2025
9791256004300
Il saggio affronta una delle figure più suggestive ed emblematiche degli strumenti retorici e della sua storia antica come arte la parola: contraposto, antitesi, ossimoro. A partire dalla questione “tecnica” della retorica che un poeta come Valerio Magrelli privilegia, sia nella teoria che nella pratica del fare poetico, perché ha nelle figure di antitesi e di contrapposizione (contraposti) un quasi naturale riferimento, in particolare, nelle caratteristiche di queste figure retoriche, fino all’ossimoro, nel far convivere due immagini contrastanti allo stesso momento, contestualmente. Già nelle prime raccolte poetiche, come Ora serrata retinae, c’è questa tendenza a mettere insieme fattori contrastanti, attraverso un processo di trasformazioni, di mutazioni sempre in atto, dalla stasi di una «effigie» e il suo passaggio a un nuovo stato. Un «nuovo classico» Magrelli, nuovo e antico allo stesso tempo, tra classicità e maniera, con le sequenze antinomiche dello specchio, tema topico e ossimorico per eccellenza della poesia barocca e attento all’intertestualità, alle contaminazioni fra un testo e un altro. Ovviamente, lo studio parte dalla campionatura petrarchesca e dei petrarchisti per la presenza di oxymoron e delle figure di opposizione, di contrapposizione, che sono la matrice dei versi de oppositis anche per tutta la poesia del Novecento. In particolare, l’analisi si concentra su Pasolini letto da Fortini che sottolinea proprio la forma degli opposti e della contraddizione (che l’antica retorica chiamava sineciosi) cifra essenziale sia stilistica che esistenziale. Infine, il saggio si occupa della poesia e della sperimentazione metrica e neometrica di cui Patrizia Valduga è importante rappresentante. Il ritorno alle forme chiuse del sonetto, delle quartine e, appunto, delle terzine si unisce a un accanito e incessante lavoro sulla dissacrazione dei versi che “ruba” ai suoi autori prediletti. Valduga, infatti, esplora tematiche consuete lacerandole e “straziandole”, anche attraverso una tecnica altissima di versificazione che vede una originale rivisitazione dei metri chiusi della tradizione poetica italiana. Medicamenta impone una cesura netta, un taglio fermo perché attraverso la ripresa di forme tradizionali va a calmierare e non a lasciar strabordare le pulsioni dell’emotività più spinta, delle contrapposizioni fra amor sacro e amor profano, nella forma spesse volte dell’osceno, fra Amore e Morte, irrisolvibile ma anche terreno di battaglia sulle contraddizioni e sulla complementarità dei contrari, cifra importante di tutta la produzione di Valduga e della sua originalità espressiva e libera anche nelle versioni di performance teatrale.
Petrarca, petrarchismi, ossimoro, antitesi, sineciosi, Pasolini, Magrelli, Fprtini, Valduga, figure retoriche.