La presente monografia si propone di studiare come il diritto internazionale penale tout court intersechi una delle esperienze più avanzate di cooperazione istituzionalizzata, ovvero la cooperazione di giustizia in materia penale. L’attualità del tema scelto è data dalla entrata in vigore del Trattato di Lisbona che, annullando la struttura dei tre pilastri ed operando una reductio ad unum degli stessi, ha di fatto “comunitarizzato”quella che era la cooperazione di giustizia in materia penale e di polizia (ex terzo pilastro). Un tale sviluppo, che certamente merita attenzione a livello scientifico, completa il processo “costituzionale” di creazione di uno Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (SLSG) a livello europeo, che era già stato introdotto nel sistema dei trattati con il Trattato di Amsterdam (1997) e, fino a prima di Lisbona, era suddivisa tra primo e terzo pilastro. Il piano dell’indagine intende così focalizzare l’attenzione sull’emersione di un diritto penale dell’Unione europea in senso stretto, connesso alla protezione di beni “europei”e non semplicemente “nazionali”. Spingendosi a toccare uno degli ambiti tradizionalmente “intangibili” della sovranità dello Stato, ovverosia la competenza a stabilire quali “beni” siano meritevoli di tutela in ambito penale, l’esperienza dell’Ue costituisce certamente un unicum nell’ambito del panorama internazionale.
La Cooperazione in materia giudiziaria penale nell'Unione europea. Tutela giurisdizionale e relazioni interordinamentali dopo il Trattato di Lisbona.
CORLETO M
2014-01-01
Abstract
La presente monografia si propone di studiare come il diritto internazionale penale tout court intersechi una delle esperienze più avanzate di cooperazione istituzionalizzata, ovvero la cooperazione di giustizia in materia penale. L’attualità del tema scelto è data dalla entrata in vigore del Trattato di Lisbona che, annullando la struttura dei tre pilastri ed operando una reductio ad unum degli stessi, ha di fatto “comunitarizzato”quella che era la cooperazione di giustizia in materia penale e di polizia (ex terzo pilastro). Un tale sviluppo, che certamente merita attenzione a livello scientifico, completa il processo “costituzionale” di creazione di uno Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (SLSG) a livello europeo, che era già stato introdotto nel sistema dei trattati con il Trattato di Amsterdam (1997) e, fino a prima di Lisbona, era suddivisa tra primo e terzo pilastro. Il piano dell’indagine intende così focalizzare l’attenzione sull’emersione di un diritto penale dell’Unione europea in senso stretto, connesso alla protezione di beni “europei”e non semplicemente “nazionali”. Spingendosi a toccare uno degli ambiti tradizionalmente “intangibili” della sovranità dello Stato, ovverosia la competenza a stabilire quali “beni” siano meritevoli di tutela in ambito penale, l’esperienza dell’Ue costituisce certamente un unicum nell’ambito del panorama internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.