Guide to the Italian limited liability companies

The wish to write a “Guide” to Italian Limited Liability Companies’ Law arises from the need to open the borders of the use of the italian legal instruments to operators not necessarily italian with the task of facilitating their understanding and their approach to italian frameworks. It is then, firstly, an attempt to simplify the “Institutions of the Law of Corporations” for those who need, or simply desire to understand of it, with cultural sensitivity different from the typical domestic extraction, if not all the problems, at least the structure. It is also a call to the non-Italian operator to verify the real efficiency of a regulatory complex, recently reformed by a legislative experience (that of the 2003 Reform), which appears definitely competitive and flexible for the so called “market rules” and which can be used by entrepreneurs to develop their economic activities in Italy and abroad with that regime of certainty proper to the civil law systems and the Italian one in particular. The attempt of this work also expresses the prayer addressed to the Italian Students, Scholars, to the Italian Professionals of all backgrounds to accept the challenge of our time to compare their institutions with those of other experiences baring the features in a different language, even if our language has in law more than a long tradition, the “tradition” arising from Roman Law. It is the effort to adapt ourself to the ways and difficulties of different grammatical structures as well as to adapt our knowledges to expressions of a different linguistic convention even if the Italian legal one has deep roots and has known inimitable Masters. Nevertheless, I felt the need to bring the attempt leaving behind the fear of stumbling into the trap of what some Scholars call the “legalese” rather than to be able to use the “plain english”, strong awareness of my own obvious limitations but however, driven by the desire to convey  with a hint of notarial sensitivity – the basic structure of Italian corporate Law related to the “capitalist models” in a language commonly used in transactions and in business around the world from all the operators. For that I decided to introduce in the “Manual” a few practical examples (instruments of incorporation, bylaws, clauses, agreements, etc.) to point out that reliance to the Italian notaries public (with the system of notarial approval) of the most important corporate’s transactions (as by the constitution of the company) was well-founded trust by the legislature.

Scrivere un’“introduzione” alle società di capitali italiane in lingua inglese vuol rappresentare innanzitutto testimonianza concreta della necessità di aprire i confini dell’utilizzo di strumenti giuridici italiani ad operatori non necessariamente italiani, facilitando loro il compito di comprensione, e agevolandone l’approccio. È quindi, in primo luogo, un tentativo di semplificazione delle “istituzioni del diritto delle società di capitali” per chi ha necessità, o semplicemente il desiderio, di comprenderne, con sensibilità culturale diversa da quella tipicamente d’estrazione domestica, se non le dimensioni problematiche, quanto meno la struttura. È anche un invito all’operatore non italiano di misurare la reale efficienza di un complesso normativo, recentemente riformato da un’esperienza legislativa (quella della Riforma del 2003) che si presenta sicuramente competitivo e flessibile per il “mercato delle regole” cui l’iniziativa imprenditoriale può attingere per sviluppare le proprie attività economiche in Italia ed all’estero munita, per di più, di quel regime di certezze che sono proprie dei sistemi di civil law e di quello italiano in particolare. Il tentativo di questo lavoro esprime pure la preghiera rivolta allo studente, allo studioso, al professionista italiano di ogni area legale di accettare la sfida dei nostri tempi volta a confrontare i propri istituti con quelli degli altri mettendone a nudo le caratteristiche in lingua o lingue diverse dalla nostra che pure in diritto ha, non una lunga tradizione ma, “la tradizione” del diritto romano. Esso è lo sforzo di adattarsi a modi e strutture grammaticali difficili da padroneggiare oltre che da adattare alle espressioni di una convenzione linguistica, come quella giuridica italiana, che ha radici profonde e ha conosciuto inimitabili Maestri. Ciò nondimeno avvertivo la necessità di esperire il tentativo lasciando alle spalle il timore di inciampare nel tranello di quello che taluni chiamano il “legalese” piuttosto che d’esser capace ad usare il “plain english”, forte proprio della consapevolezza dei miei evidenti limiti ma comunque spinto dal desiderio di trasmettere  con un pizzico di sensibilità notarile  la struttura basilare delle società a modello capitalistico italiane in una lingua comunemente usata nelle transazioni e negli affari di tutto il mondo da operatori di ogni provenienza ed estrazione.Da qui anche la volontà di corredare il manuale di qualche esempio pratico (atti costitutivi, statuti, clausole, patti etc.) a sottolineare che l’affidamento ai notai del diritto commerciale con il sistema dell’omologazione notarile di importanti operazioni sociali, a partire dalla costituzione delle società, è stata fiducia ben riposta da parte del legislatore.