Il travaglio è considerato come uno dei momenti più importanti e dolorosi nella vita di una donna. Proprio per questo sono state sviluppate diverse tecniche di partoanalgesia, come quelle farmacologiche, che sono però limitate da effetti collaterali, rischi di complicanze, conseguenze psicologiche oltre che significativi costi. Per tutte queste ragioni non sorprende l'interesse rivolto dalla ricerca scientifica ad offrire alle gestanti valide opzioni meno invasive ed economiche che possano fornire loro sollievo attraverso un'analgesia non farmacologica. Ad oggi, sono state proposte varie tecniche alternative, che abbiamo approfondito nella nostra review: ''Labor Analgesia: A systematic review and meta-analysis of non-pharmacological complementary and alternative approaches to pain during first stage of labor''. Tra queste tecniche ci è risultata di particolare interesse l'uso di devices di realtà virtuale (VR), tecnica che è stata applicata in vari campi ottenendo risultati promettenti. Abbiamo dunque iniziato una sperimentazione presso il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Federico II di Napoli, attraverso uno studio prospettico, interventistico non farmacologico, no profit, randomizzato, open-label, su donne in travaglio spontaneo, con gravidanza singola a termine in posizione cefalica vertice su un campione di 30 partecipanti. Ogni donna è assegnata in maniera randomizzata a due gruppi, il trattamento analgesico sperimentale (VR) e il trattamento standard (non-VR). L'obiettivo del nostro studio è di verificare l'ipotesi per la quale l'uso della realtà virtuale è un metodo efficace di terapia analgesica non farmacologica in corso di fase attiva del travaglio, capace di ottenere diminuzioni significative del dolore percepito nelle sue varie dimensioni (cognitiva, emotiva, sensoriale), senza causare effetti collaterali quali chinetosi.
Uso della realtà virtuale per l'analgesia del travaglio attivo di parto: Studio clinico randomizzato
GALLO L;De Pietro G;
2021-01-01
Abstract
Il travaglio è considerato come uno dei momenti più importanti e dolorosi nella vita di una donna. Proprio per questo sono state sviluppate diverse tecniche di partoanalgesia, come quelle farmacologiche, che sono però limitate da effetti collaterali, rischi di complicanze, conseguenze psicologiche oltre che significativi costi. Per tutte queste ragioni non sorprende l'interesse rivolto dalla ricerca scientifica ad offrire alle gestanti valide opzioni meno invasive ed economiche che possano fornire loro sollievo attraverso un'analgesia non farmacologica. Ad oggi, sono state proposte varie tecniche alternative, che abbiamo approfondito nella nostra review: ''Labor Analgesia: A systematic review and meta-analysis of non-pharmacological complementary and alternative approaches to pain during first stage of labor''. Tra queste tecniche ci è risultata di particolare interesse l'uso di devices di realtà virtuale (VR), tecnica che è stata applicata in vari campi ottenendo risultati promettenti. Abbiamo dunque iniziato una sperimentazione presso il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Federico II di Napoli, attraverso uno studio prospettico, interventistico non farmacologico, no profit, randomizzato, open-label, su donne in travaglio spontaneo, con gravidanza singola a termine in posizione cefalica vertice su un campione di 30 partecipanti. Ogni donna è assegnata in maniera randomizzata a due gruppi, il trattamento analgesico sperimentale (VR) e il trattamento standard (non-VR). L'obiettivo del nostro studio è di verificare l'ipotesi per la quale l'uso della realtà virtuale è un metodo efficace di terapia analgesica non farmacologica in corso di fase attiva del travaglio, capace di ottenere diminuzioni significative del dolore percepito nelle sue varie dimensioni (cognitiva, emotiva, sensoriale), senza causare effetti collaterali quali chinetosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.