La ricerca indaga sull’incidenza dell’islam in Europa e sulla possibile coesistenza nella dimensione pubblica di due mondi, che non dovrebbero essere contrapposti ma che talvolta lo risultano. Nella prima parte si approfondiscono i princìpi sharaitici e l’ambito confessionale nella UE, attraverso una visione in controluce del rapporto islam-occidente. La seconda parte, più dinamica, costituisce il terreno della comparazione giuridica tra i fondamenti inderogabili dell’islam e gli asset degli ordinamenti europei. Vengono selezionate alcune voci tematiche precipue, che sono così intimamente connesse alla natura confessionale dell’islam da risultare un bagaglio che accompagna costantemente il credente nei tortuosi percorsi che lo portano a stabilirsi, e talvolta a stabilizzarsi in contesti occidentali laici e che talvolta conservano un’impronta confessionale cristiana. Giunti sul suolo europeo i musulmani, che siano tali, sedicenti o anche presunti, incrociano modi di essere o modi di fare lontani dalle abitudini, dai costumi e dai tratti culturali ai quali sono adusi ed inevitabilmente vi si debbono confrontare. Entra così in gioco l’analisi comparativa su come il portato della religione musulmana venga recepito o contrastato nello spazio pubblico non islamico, ad opera delle istituzioni occidentali ovvero del substrato sociale. L’indagine verifica anche il modo in cui l’occidentale, fatto di valori, culture e istituzioni viene generalmente recepito o sopportato dai musulmani. Lo schema adottato risulta alquanto agevole, poiché dapprima, si evidenziano gli istituti giuridico-religiosi islamici, letti alla luce del quadro sharaitico del diritto musulmano classico e, solo in maniera residuale, secondo l’ermeneutica interpretativa ed argomentativa delle scuole dottrinarie sunnite e shi’ite. La seconda fase dell’indagine cala l’islam nella dimensione europea, verificando cosa sia accaduto dapprima negli altri Paesi che, per anzianità, densità di popolazione o scelta elettiva si sono già da tempo rapportati con i musulmani, per poi analizzare la situazione italiana. Gli istituti di diritto islamico verranno esaminati sotto la lente della legislazione degli Stati unionistici, per poi passare alle eventuali ricadute nelle pronunce giurisprudenziali ed in via residuale, attraverso la casistica emersa dai media. Ragionando sul tema dell’inclusione, inevitabilmente si innesca un’indagine sul concetto di identità, e la tesi che viene sostenuta è quella di una dimensione fluida di tale valore.

Processi di inclusione dell'islam negli ordinamenti europei. Diritto e Religione in prospettiva comparata

FRONZONI V
2020-01-01

Abstract

La ricerca indaga sull’incidenza dell’islam in Europa e sulla possibile coesistenza nella dimensione pubblica di due mondi, che non dovrebbero essere contrapposti ma che talvolta lo risultano. Nella prima parte si approfondiscono i princìpi sharaitici e l’ambito confessionale nella UE, attraverso una visione in controluce del rapporto islam-occidente. La seconda parte, più dinamica, costituisce il terreno della comparazione giuridica tra i fondamenti inderogabili dell’islam e gli asset degli ordinamenti europei. Vengono selezionate alcune voci tematiche precipue, che sono così intimamente connesse alla natura confessionale dell’islam da risultare un bagaglio che accompagna costantemente il credente nei tortuosi percorsi che lo portano a stabilirsi, e talvolta a stabilizzarsi in contesti occidentali laici e che talvolta conservano un’impronta confessionale cristiana. Giunti sul suolo europeo i musulmani, che siano tali, sedicenti o anche presunti, incrociano modi di essere o modi di fare lontani dalle abitudini, dai costumi e dai tratti culturali ai quali sono adusi ed inevitabilmente vi si debbono confrontare. Entra così in gioco l’analisi comparativa su come il portato della religione musulmana venga recepito o contrastato nello spazio pubblico non islamico, ad opera delle istituzioni occidentali ovvero del substrato sociale. L’indagine verifica anche il modo in cui l’occidentale, fatto di valori, culture e istituzioni viene generalmente recepito o sopportato dai musulmani. Lo schema adottato risulta alquanto agevole, poiché dapprima, si evidenziano gli istituti giuridico-religiosi islamici, letti alla luce del quadro sharaitico del diritto musulmano classico e, solo in maniera residuale, secondo l’ermeneutica interpretativa ed argomentativa delle scuole dottrinarie sunnite e shi’ite. La seconda fase dell’indagine cala l’islam nella dimensione europea, verificando cosa sia accaduto dapprima negli altri Paesi che, per anzianità, densità di popolazione o scelta elettiva si sono già da tempo rapportati con i musulmani, per poi analizzare la situazione italiana. Gli istituti di diritto islamico verranno esaminati sotto la lente della legislazione degli Stati unionistici, per poi passare alle eventuali ricadute nelle pronunce giurisprudenziali ed in via residuale, attraverso la casistica emersa dai media. Ragionando sul tema dell’inclusione, inevitabilmente si innesca un’indagine sul concetto di identità, e la tesi che viene sostenuta è quella di una dimensione fluida di tale valore.
2020
978-88-6822-924-5
Diritto privato comparato
Diritto islamico
Diritto musulmano
Inclusione
Islam
Libertà religiosa
Comparative law
Muslim in Europe
Islam in European Countries
freedom of belief
social inclusion
Comparative law
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/5179
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