In educational-training contexts, it is often observed that those who remember, has difficulty to socialize and project the significant events of their lives forward. When, for individuals, such events have been disorienting from an existential point of view, in their minds these generally assume the symbolic form of “boxes” stored in great haste. Starting from the empirical data according to which for man, memory is a partly unexplored “foreign land”, because not used to build the future, the article aims to demonstrate the benefits for intercultural education and didactics deriving from connecting inclusive action to the original side of the vulnerability and resilience of migrant experience and foreign students.

Nei contesti educativo-formativi, di frequente si osserva che chi ricorda, stenti a socializzare e proiettare in avanti gli avvenimenti significativi della propria vita. Quando poi tali avvenimenti sono stati per gli individui spaesanti da un punto di vista esistenziale, nelle loro menti questi assumono generalmente la forma simbolica di “scatoloni” archiviati di gran fretta. Partendo dal dato empirico secondo cui per l’uomo la memoria è una “terra straniera” in parte inesplorata, atteso che non è utilizzata per costruire il futuro, l’articolo intende dimostrare i guadagni per l’educazione e la didattica interculturale derivanti dal connettere l’agire inclusivo all’originale versante della vulnerabilità e resilienza dell’esperienza migratoria e degli studenti stranieri.

Quando la memoria non è “terra straniera”. Traiettorie per l'educazione e la didattica interculturale

Romeo F
2020-01-01

Abstract

In educational-training contexts, it is often observed that those who remember, has difficulty to socialize and project the significant events of their lives forward. When, for individuals, such events have been disorienting from an existential point of view, in their minds these generally assume the symbolic form of “boxes” stored in great haste. Starting from the empirical data according to which for man, memory is a partly unexplored “foreign land”, because not used to build the future, the article aims to demonstrate the benefits for intercultural education and didactics deriving from connecting inclusive action to the original side of the vulnerability and resilience of migrant experience and foreign students.
2020
978-88-67355-44-0
Nei contesti educativo-formativi, di frequente si osserva che chi ricorda, stenti a socializzare e proiettare in avanti gli avvenimenti significativi della propria vita. Quando poi tali avvenimenti sono stati per gli individui spaesanti da un punto di vista esistenziale, nelle loro menti questi assumono generalmente la forma simbolica di “scatoloni” archiviati di gran fretta. Partendo dal dato empirico secondo cui per l’uomo la memoria è una “terra straniera” in parte inesplorata, atteso che non è utilizzata per costruire il futuro, l’articolo intende dimostrare i guadagni per l’educazione e la didattica interculturale derivanti dal connettere l’agire inclusivo all’originale versante della vulnerabilità e resilienza dell’esperienza migratoria e degli studenti stranieri.
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