L’obiettivo di questo studio è quello di rilevare, applicando categorie derivanti dalla riflessione contemporanea sull’evoluzione della città nel tempo e cercando di quantificare il dato socio-demografico, la massiccia presenza militare nella Istanbul della prima età moderna. La presa di Costantinopoli e la successiva trasformazione della città nella capitale dell’impero ottomano rende la città un polo militare molto significativo. Strutture portanti della vita economica e politica della città sono l’arsenale navale imperiale (Tersane-i Amire) sulle sponde del Corno d’Oro, nell’antica Pera - un quartiere in cui vivevano in gran parte gli europei e dove migliaia di lavoratori costruivano la base della potenza militare navale ottomana sotto il naso degli ambasciatori occidentali - e la fonderia di cannoni imperiale (Tophane-i Amire). Accanto al potenziamento delle strutture militari un posto d’eccezione spetta alle forme di reclutamento operate nell’impero ottomano. Pratica tipica degli ottomani è il devshirme, ossia la ‘raccolta’, il tributo dei bambini. Si tratta di bambini cristiani presi nei villaggi balcanici ogni 4-5 anni regolarmente (fra XV e XVII secolo); la scelta è fatta sulla base di registri e di regole (niente figli unici, niente figli di vedove o di preti, uno ogni 40 famiglie). Per le famiglie d’origine si tratta di bambini persi per sempre (ma non qualche eccezione). I più lavoreranno in campagna presso contadini turchi, poi vengono chiamati ed entrano nel corpo dei Giannizzeri, dal turco Yeniçeri. Il corpo dei Giannizzeri nasce nel XIV secolo come corpo scelto di fanteria, poi guardia del corpo del Sultano. Nel XVI secolo nella sola città di Istanbul sono presenti circa 13.000 Giannizzeri. Tutto il gruppo dirigente dell’impero è costituito da uomini nati cristiani (tra cui i rinnegati, ex schiavi che riescono a raggiungere i vertici del potere), senza genitori e senza discendenza, a totale disposizione del Sultano: un ceto politico e militare di assoluta fedeltà. Nessun impero del mondo ha un’élite di questo tipo; non è una nobiltà, ma esattamente il contrario: è la grande occasione dei più umili e dei più capaci. Rhoads Murphey ha stimato che nell’esercito ottomano del XVII secolo vi fossero circa 65.000-70.000 uomini. Questo numero includerebbe approssimativamente 50.000 truppe timariot e 20.000 Giannizzeri, senza prendere in considerazione le cosiddette forze irregolari. Il numero è destinato a crescere quando ai Giannizzeri è consentito di mettere su famiglia; al tempo stesso è proprio a partire dal XVII secolo che il corpo dei Giannizzeri diventa ereditario e si “snatura”.

The Military Presence in Istanbul in the Early Modern Age

GUGLIUZZO C
2014-01-01

Abstract

L’obiettivo di questo studio è quello di rilevare, applicando categorie derivanti dalla riflessione contemporanea sull’evoluzione della città nel tempo e cercando di quantificare il dato socio-demografico, la massiccia presenza militare nella Istanbul della prima età moderna. La presa di Costantinopoli e la successiva trasformazione della città nella capitale dell’impero ottomano rende la città un polo militare molto significativo. Strutture portanti della vita economica e politica della città sono l’arsenale navale imperiale (Tersane-i Amire) sulle sponde del Corno d’Oro, nell’antica Pera - un quartiere in cui vivevano in gran parte gli europei e dove migliaia di lavoratori costruivano la base della potenza militare navale ottomana sotto il naso degli ambasciatori occidentali - e la fonderia di cannoni imperiale (Tophane-i Amire). Accanto al potenziamento delle strutture militari un posto d’eccezione spetta alle forme di reclutamento operate nell’impero ottomano. Pratica tipica degli ottomani è il devshirme, ossia la ‘raccolta’, il tributo dei bambini. Si tratta di bambini cristiani presi nei villaggi balcanici ogni 4-5 anni regolarmente (fra XV e XVII secolo); la scelta è fatta sulla base di registri e di regole (niente figli unici, niente figli di vedove o di preti, uno ogni 40 famiglie). Per le famiglie d’origine si tratta di bambini persi per sempre (ma non qualche eccezione). I più lavoreranno in campagna presso contadini turchi, poi vengono chiamati ed entrano nel corpo dei Giannizzeri, dal turco Yeniçeri. Il corpo dei Giannizzeri nasce nel XIV secolo come corpo scelto di fanteria, poi guardia del corpo del Sultano. Nel XVI secolo nella sola città di Istanbul sono presenti circa 13.000 Giannizzeri. Tutto il gruppo dirigente dell’impero è costituito da uomini nati cristiani (tra cui i rinnegati, ex schiavi che riescono a raggiungere i vertici del potere), senza genitori e senza discendenza, a totale disposizione del Sultano: un ceto politico e militare di assoluta fedeltà. Nessun impero del mondo ha un’élite di questo tipo; non è una nobiltà, ma esattamente il contrario: è la grande occasione dei più umili e dei più capaci. Rhoads Murphey ha stimato che nell’esercito ottomano del XVII secolo vi fossero circa 65.000-70.000 uomini. Questo numero includerebbe approssimativamente 50.000 truppe timariot e 20.000 Giannizzeri, senza prendere in considerazione le cosiddette forze irregolari. Il numero è destinato a crescere quando ai Giannizzeri è consentito di mettere su famiglia; al tempo stesso è proprio a partire dal XVII secolo che il corpo dei Giannizzeri diventa ereditario e si “snatura”.
2014
978-88-98547-05-0
Istanbul
military
modern age
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/1883
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