Il saggio si propone di evidenziare come, sul piano storico e su quello teorico, i "beni comuni" della tradizione europea non rappresentino affatto un'alternativa al diritto e alla proprietà, ma anzi abbiano sempre costituito una delle loro forme caratteristiche. Oltre a questo, nel testo si evidenzia come la logica liberale - che oppone la spontaneità delle istituzioni top-down alla logica pianificatoria delle istituzioni bottom-up - possa offrire un aiuto rilevante alla migliore comprensione della natura dei beni condivisi e del ruolo che essi giocano entro una società libera.

L'ordine senza piano dei beni condivisi

Lottieri
2019-01-01

Abstract

Il saggio si propone di evidenziare come, sul piano storico e su quello teorico, i "beni comuni" della tradizione europea non rappresentino affatto un'alternativa al diritto e alla proprietà, ma anzi abbiano sempre costituito una delle loro forme caratteristiche. Oltre a questo, nel testo si evidenzia come la logica liberale - che oppone la spontaneità delle istituzioni top-down alla logica pianificatoria delle istituzioni bottom-up - possa offrire un aiuto rilevante alla migliore comprensione della natura dei beni condivisi e del ruolo che essi giocano entro una società libera.
2019
978-88-498-5884-6
Beni comuni
Ordine spontaneo
Scuola austriaca dell'economia
Bruno Leoni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/32844
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