Attualmente in Italia sono stati identificati 39 siti contaminati denominati SIN (siti di interesse nazionale) che necessitano di opere di bonifica del suolo, sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee. Per contribuire a tali esigenze, abbiamo voluto testare in vitro la capacità di bioaccumulo di Trichoderma harzianum, Saccharomyces cerevisiae e Wickerhamomyces anomalus per Ni, Cd, Cu, As, Zn, Cr, Pb, V, Hg e, la capacità degli stessi di metabolizzare i 16 IPA prioritari. I microrganismi sono stati esposti, a differenti dosi d i metalli pesanti e di IPA; le analisi sono state effettuate mediante ICP-MS Perkin Elmer per i primi e con HPLC Varian ProStar per i secondi. T. harzianum mostra una migliore performance per Cd(72%), As(73%), V(77%), Pb(63%), Hg(68%); S. cerevisiae per Cd(71%), Ni(74%), Cu(74%); W. anomalus per V(65%) e Hg(56%). L'esposizione al Cr non ha prodotto risultati a causa del pH troppo acido (<2) del terreno di coltura, riducendo così la vitalità dei microrganismi stessi. I tre microrganismi hanno mostrato buona capacità degradativa degli IPA tenendo presente, però, che alcuni di essi sono soggetti a degradazione fotolitica e volatilizzazione. Le percentuali più significative sono state riscontrate in T. harzianum per ANT (94%), FLT (100%), PYR (100%), B(b)F (74%), B(k)F (81%), B(g,h,i)P (93%); in S. cerevisiae per PHE (98%), B(a)A (100%), CHR (100%), D(a,h)A (100%); in W. anomalus per ANT (93%), FLT (94%), PYR (96%), B(a)A (96%), CHR (100%). Lo studio ha messo in evidenza la possibilità di utilizzare T. harzianum, in simbiosi con specifiche piante superiori, nei processi di fitoestrazione. La biomassa vegetale, una volta raccolta, potrà avere destini alternativi (cogenerazione di energia, produzione di biocarburanti, etc). I processi di biorisanamento offrono una valida alternativa rispetto ai metodi classici che richiedono l'uso di tecniche chimico-fisiche più costose e, sebbene meno veloci, rimangono un'eccellente alternativa

VALUTAZIONE IN VITRO DELLA CAPACITÀ DI BIORISANAMENTO DI MICETI PER LA LORO POSSIBILE APPLICAZIONE NEI PROCESSI DI FITODEPURAZIONE PER LA BONIFICA DI SUOLI CONTAMINATI DA METALLI PESANTI E IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI

Zuccarello P;
2016-01-01

Abstract

Attualmente in Italia sono stati identificati 39 siti contaminati denominati SIN (siti di interesse nazionale) che necessitano di opere di bonifica del suolo, sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee. Per contribuire a tali esigenze, abbiamo voluto testare in vitro la capacità di bioaccumulo di Trichoderma harzianum, Saccharomyces cerevisiae e Wickerhamomyces anomalus per Ni, Cd, Cu, As, Zn, Cr, Pb, V, Hg e, la capacità degli stessi di metabolizzare i 16 IPA prioritari. I microrganismi sono stati esposti, a differenti dosi d i metalli pesanti e di IPA; le analisi sono state effettuate mediante ICP-MS Perkin Elmer per i primi e con HPLC Varian ProStar per i secondi. T. harzianum mostra una migliore performance per Cd(72%), As(73%), V(77%), Pb(63%), Hg(68%); S. cerevisiae per Cd(71%), Ni(74%), Cu(74%); W. anomalus per V(65%) e Hg(56%). L'esposizione al Cr non ha prodotto risultati a causa del pH troppo acido (<2) del terreno di coltura, riducendo così la vitalità dei microrganismi stessi. I tre microrganismi hanno mostrato buona capacità degradativa degli IPA tenendo presente, però, che alcuni di essi sono soggetti a degradazione fotolitica e volatilizzazione. Le percentuali più significative sono state riscontrate in T. harzianum per ANT (94%), FLT (100%), PYR (100%), B(b)F (74%), B(k)F (81%), B(g,h,i)P (93%); in S. cerevisiae per PHE (98%), B(a)A (100%), CHR (100%), D(a,h)A (100%); in W. anomalus per ANT (93%), FLT (94%), PYR (96%), B(a)A (96%), CHR (100%). Lo studio ha messo in evidenza la possibilità di utilizzare T. harzianum, in simbiosi con specifiche piante superiori, nei processi di fitoestrazione. La biomassa vegetale, una volta raccolta, potrà avere destini alternativi (cogenerazione di energia, produzione di biocarburanti, etc). I processi di biorisanamento offrono una valida alternativa rispetto ai metodi classici che richiedono l'uso di tecniche chimico-fisiche più costose e, sebbene meno veloci, rimangono un'eccellente alternativa
2016
Micoremediazione
metalli pesanti
IPA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/54179
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