Partendo dalla messa in discussione della memorabile formula messa in campo da Carlo Dionisotti nel 1965, il saggio si incentra su quel fenomeno che si manifesta, per la prima volta e prima di tutto, nel Cinquecento, di una presenza delle donne che si misura nelle edizioni che escono dagli anni trenta in poi a testimoniare di una tendenza espansiva e associativa della nuova società letteraria cinquecentesca. A partire da dati bibliografici certi e incontrovertibili: da quella raccolta di rime di una donna che nel 1538 apriva la strada al “gruppo” (per prestigio più che per effettiva primazia tipografica),Vittoria Colonna uscita in una sede decentrata come Parma, poi ristampata in una ventina di edizioni (malgrado i codici manoscritti fatti preparare come esemplari di dono), seguita poi da Tullia d’Aragona, Laura Terracina, Gaspara Stampa (ma postuma, Venezia 1554), Veronica Gàmbara (le sue Stanze bellissime stampate a Genova da Bellono nel 1537 e Perugia per Luca Bina, potrebbero farla figurare come capofila), Laura Battiferri, Chiara Matraini (una delle poche forse ad avere chiara consapevolezza del mezzo tipografico e a gestirlo in proprio), Tarquinia Molza, tutte a stampa e per la prima volta con il proprio nome: un dato bibliografico dirimente. Quindi, alla luce di questa mappatura la domanda che è stata posta riguarda la situazione editoriale attuale: quanto di quella novità reale e tangibile in termini di mercato editoriale rimane oggi? Di quali edizioni disponiamo e quanto affidabili? Quante le edizioni commentate e che peso hanno queste edizioni nella diffusione di una lirica del Cinquecento al femminile? E quanto questa diffusione incide sul canone nazionale e, infine, su quello anche propriamente scolastico in termini di presenza delle donne del Cinquecento poetico nelle storie e antologie per la scuola?
"Le donne fanno gruppo"?: la lirica rinascimentale
Calitti, Floriana
2025-01-01
Abstract
Partendo dalla messa in discussione della memorabile formula messa in campo da Carlo Dionisotti nel 1965, il saggio si incentra su quel fenomeno che si manifesta, per la prima volta e prima di tutto, nel Cinquecento, di una presenza delle donne che si misura nelle edizioni che escono dagli anni trenta in poi a testimoniare di una tendenza espansiva e associativa della nuova società letteraria cinquecentesca. A partire da dati bibliografici certi e incontrovertibili: da quella raccolta di rime di una donna che nel 1538 apriva la strada al “gruppo” (per prestigio più che per effettiva primazia tipografica),Vittoria Colonna uscita in una sede decentrata come Parma, poi ristampata in una ventina di edizioni (malgrado i codici manoscritti fatti preparare come esemplari di dono), seguita poi da Tullia d’Aragona, Laura Terracina, Gaspara Stampa (ma postuma, Venezia 1554), Veronica Gàmbara (le sue Stanze bellissime stampate a Genova da Bellono nel 1537 e Perugia per Luca Bina, potrebbero farla figurare come capofila), Laura Battiferri, Chiara Matraini (una delle poche forse ad avere chiara consapevolezza del mezzo tipografico e a gestirlo in proprio), Tarquinia Molza, tutte a stampa e per la prima volta con il proprio nome: un dato bibliografico dirimente. Quindi, alla luce di questa mappatura la domanda che è stata posta riguarda la situazione editoriale attuale: quanto di quella novità reale e tangibile in termini di mercato editoriale rimane oggi? Di quali edizioni disponiamo e quanto affidabili? Quante le edizioni commentate e che peso hanno queste edizioni nella diffusione di una lirica del Cinquecento al femminile? E quanto questa diffusione incide sul canone nazionale e, infine, su quello anche propriamente scolastico in termini di presenza delle donne del Cinquecento poetico nelle storie e antologie per la scuola?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.