Il capitolo analizza in maniera compiuta le caratteristiche del sistema di governo riscontrato nel corso della verifica empirica, si ritiene opportuno illustrare le risultanze della classificazione del campione seguendo l’impostazione descritta nei precedenti capitoli. In funzione di tale classificazione è stato infatti possibile suddividere il campione per grado di “familismo”. La classificazione e la ripartizione del campione evidenziano l’alta percentuale di imprese di tipo domestico. Tale circostanza, sebbene sia parzialmente riconducibile alla dimensione (micro impresa), è in realtà anche frutto di una proprietà e di una managerialità di tipo padronale che mal si concilia con il necessario assetto di impresa “aperta” che si ipotizza privilegiato nell’attuale contesto competitivo. Quanto affermato trova parziale conferma nella composizione del campione con riferimento all’impresa tradizionale ed allargata. Difatti ci si attenderebbe, per effetto della dimensione riscontrata, una maggiore presenza di imprese familiari tradizionali ed allargate. L’antintuitività del dato parrebbe evidenziare difatti un gap in quello che generalmente si ipotizza come un ciclo di vita dell’impresa familiare. Si potrebbe pertanto ipotizzare che il salto dall’impresa domestica a quella aperta sia espressione della incapacità della classe manageriale successiva al fondatore di gestire l’impresa nella fase tradizionale od allargata, favorendo una selezione naturale allorquando l’impresa riesca a cogliere la necessaria apertura extra familiare tanto del capitale quanto del management.
Il modello di governance emergente: criticità e punti di forza
D'ANGELO E
2008-01-01
Abstract
Il capitolo analizza in maniera compiuta le caratteristiche del sistema di governo riscontrato nel corso della verifica empirica, si ritiene opportuno illustrare le risultanze della classificazione del campione seguendo l’impostazione descritta nei precedenti capitoli. In funzione di tale classificazione è stato infatti possibile suddividere il campione per grado di “familismo”. La classificazione e la ripartizione del campione evidenziano l’alta percentuale di imprese di tipo domestico. Tale circostanza, sebbene sia parzialmente riconducibile alla dimensione (micro impresa), è in realtà anche frutto di una proprietà e di una managerialità di tipo padronale che mal si concilia con il necessario assetto di impresa “aperta” che si ipotizza privilegiato nell’attuale contesto competitivo. Quanto affermato trova parziale conferma nella composizione del campione con riferimento all’impresa tradizionale ed allargata. Difatti ci si attenderebbe, per effetto della dimensione riscontrata, una maggiore presenza di imprese familiari tradizionali ed allargate. L’antintuitività del dato parrebbe evidenziare difatti un gap in quello che generalmente si ipotizza come un ciclo di vita dell’impresa familiare. Si potrebbe pertanto ipotizzare che il salto dall’impresa domestica a quella aperta sia espressione della incapacità della classe manageriale successiva al fondatore di gestire l’impresa nella fase tradizionale od allargata, favorendo una selezione naturale allorquando l’impresa riesca a cogliere la necessaria apertura extra familiare tanto del capitale quanto del management.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
