Abstract Strettamente parlando, un digital twin o gemello digitale, è un'immagine fedele di un processo fisico, modellata insieme al processo fisico in questione. Un gemello digitale urbano è la riproduzione quanto più accurata e complessa possibile di un ambiente urbano, una parte della città o tutta. L'obiettivo è quello di raccogliere e sistematizzare quanti più dati possibili sulla città, in maniera da avere una visione quanto più possibile completa dell'organismo urbano in un dato momento e del suo funzionamento. L'idea si colloca nell'ambito dell' Urban Intelligence, aggiungendo all'approccio informatizzato della smart city la componente urbana: la Senseable city. La città sensibile tende alla costruzione di città fortemente informatizzate, ma al contempo si interroga sul lato umano della città e su come includerlo, superando l’approccio prevalentemente tecnologico della smart city. Il gemello digitale urbano consente di mettere insieme in maniera leggibile, dati provenienti dalla rilevazione automatica di fenomeni relativi a situazioni cosiddette oggettive e dati più vicini all’esperienza della vita quotidiana delle persone e di conseguenza influenzarne i comportamenti. Un gemello digitale non è una rappresentazione fedele della realtà, ma deve esserlo abbastanza per tenere insieme dati sufficienti al fine di discutere problemi complessi, mettendo insieme processi economici e sociali con l’ambiente costruito, e collegare processi fisici e funzionali alle rappresentazioni socioeconomiche. Generalmente modelli di gemello digitale possono riguardare singole infrastrutture, o ambiti. Solo recentemente si comincia ad applicare questa tecnologia alla costruzione di modelli avanzati e sperimentali, che potrebbero ampliare il campo per costruire una visione non settoriale, ma composita e globale dell’intero insediamento urbano, attraverso la costruzione di diversi layer che cooperano tra di loro, al fine di creare un’immagine non solo di sistemi e sottosistemi urbani, ma di comprendere anche abitanti e city users e le loro interazioni. Come altri strumenti di rappresentazione i gemelli digitali possono essere utili ai processi di partecipazione. In un articolo pubblicato nel 2020, Fabian Dembski, Uwe Wössner, Mike Letzgus, Michael Ruddat and Claudia Yamu hanno descritto la loro sperimentazione di Gemello Digitale Urbano a di Herrenberg, una cittadina di circa 30.000 abitanti in Germania; l’obiettivo è quello di rendere la città più rispondente alle diverse richieste provenienti dai suoi abitanti, e di governare gli impatti che le innovazioni possono avere a livello non solo economico, ma anche sociale e ambientale. A questi sono stati aggiunti i dati riguardanti alcuni progetti. I dati quantitativi provenivano da fonti già disponibili presso l’amministrazione e dall’installazione di alcuni sensori. Questi, destinati al rilevamento della qualità ambientale sono stati installati attraverso il coinvolgimento di alcuni cittadini, che hanno anche consentito all’utilizzo delle loro proprietà; questi dati sono visualizzabili in tempo quasi reale sulla piattaforma che ospita il gemello digitale. I cittadini sono stati anche coinvolti nella raccolta dei dati empirici e qualitativi, relativi alla loro percezione dei luoghi, degli spazi pubblici in particolare, attraverso un’app progettata ad hoc. Questa app permette di tracciare i percorsi quotidiani, i luoghi di stazionamento e la velocità di percorrenza. Inoltre, permette di raccogliere i dati sulla qualità e sull’accessibilità dei luoghi in maniera georeferenziata. Questo gemello digitale, costruito attraverso la collaborazione dei cittadini, è stato sperimentato come supporto per la partecipazione. La visualizzazione in 3D e la simulazione di alcuni scenari hanno rappresentato una base conoscitiva condivisa, da cui partire nella discussione intorno al miglioramento della qualità della vita in città e di progetti e investimenti pubblici eventualmente da fare. Inoltre, sono stati sperimentati nella visualizzazione di possibili scenari. Alla fine del processo partecipativo in cui è stato sperimentato sono stati raccolti i pareri dei partecipanti, che lo hanno trovato un metodo utile per comprendere meglio luoghi e proposte. La partecipazione in questo caso ha dunque riguardato sia la costruzione del modello e la raccolta dei dati, sia la discussione. Quando le tecnologie digitali e l’ Intelligenza artificiale, sono in grado di prendere decisioni che influenzano la vita delle persone è dunque necessario comprendere e avere consapevolezza delle basi (e degli algoritmi) che le hanno generate e controllarne la formazione e le ricadute. Non tutti gli aspetti sociali della vita urbana possono essere traslati in dati utilizzabili dai metodi della Scienza dei dati, e alcune volte i fenomeni critici contemporanei non producono dati che possono essere letti dai computer, ma hanno impatti sociali, che possono non essere rilevati dai modelli digitali. Per quanto le tecnologie digitali aprano affascinanti orizzonti di possibilità di conoscenza e predizione, la questione della partecipazione non può essere risolta unicamente attraverso mezzi dematerializzati di raccolta delle opinioni singole. Questo tipo di processo corrisponderebbe a una semplice consultazione. Se da una parte appare facilitare l’informazione e la raccolta delle opinioni di alcune fasce della popolazione, dall’altra parte alcuni aspetti non sono da escludere. Il primo riguarda il processo di partecipazione in sé, i cui esiti sono sempre imprevedibili rispetto alla somma delle opinioni di singoli partecipanti; il risultato di un processo di partecipazione è esito di momenti di ascolto, informazione, apprendimento mutuo, di incontri informali, una specie di fermentazione, per dirla con le parole ispirate di Decandia (2011). Il secondo riguarda le tecniche di inclusione, facendo particolare attenzione a quelle fasce d’età di inizio e fine vita. La partecipazione degli anziani infatti, può essere una fonte preziosa di informazione e di costruzione di valore simbolico e identitario all’interno di una comunità. La partecipazione dei bambini e delle bambine appare invece strategica per costruire una città più vivibile e per misurarsi con le sue dimensioni ludiche, educative e di benessere sociale. Per questa particolare fascia di abitanti appare necessario aprire spazi di partecipazione che siano accessibili in base alle caratteristiche dell’età: i più piccoli hanno infatti necessità di agire nella materialità, di comprendere le dinamiche spicciole e a partire da lì per tirare fuori idee e soluzioni in grado di avere ricadute positive a lungo termine ed ampio raggio. Per questo è necessario continuare a costruire arene di partecipazione offline, in cui le persone possano continuare a confrontarsi, conoscersi, scambiare punti di vista per costruirne altri condivisi. Lo spazio pubblico è direttamente connesso alla qualità della democrazia perché è lo spazio in cui le persone possono incontrarsi ed esprimere le loro opinioni in maniera libera ed evidente. Vi sono sperimentazioni, relative alla costruzione di gemelli digitali, che riguardano città italiane, come per esempio Bologna, e città europee, come Zurigo, che saranno oggetto di studio della nostra ricerca.

Publicness: le sfide della dimensione pubblica nelle città e nei territori

Ferdinando Verardi
2025-01-01

Abstract

Abstract Strettamente parlando, un digital twin o gemello digitale, è un'immagine fedele di un processo fisico, modellata insieme al processo fisico in questione. Un gemello digitale urbano è la riproduzione quanto più accurata e complessa possibile di un ambiente urbano, una parte della città o tutta. L'obiettivo è quello di raccogliere e sistematizzare quanti più dati possibili sulla città, in maniera da avere una visione quanto più possibile completa dell'organismo urbano in un dato momento e del suo funzionamento. L'idea si colloca nell'ambito dell' Urban Intelligence, aggiungendo all'approccio informatizzato della smart city la componente urbana: la Senseable city. La città sensibile tende alla costruzione di città fortemente informatizzate, ma al contempo si interroga sul lato umano della città e su come includerlo, superando l’approccio prevalentemente tecnologico della smart city. Il gemello digitale urbano consente di mettere insieme in maniera leggibile, dati provenienti dalla rilevazione automatica di fenomeni relativi a situazioni cosiddette oggettive e dati più vicini all’esperienza della vita quotidiana delle persone e di conseguenza influenzarne i comportamenti. Un gemello digitale non è una rappresentazione fedele della realtà, ma deve esserlo abbastanza per tenere insieme dati sufficienti al fine di discutere problemi complessi, mettendo insieme processi economici e sociali con l’ambiente costruito, e collegare processi fisici e funzionali alle rappresentazioni socioeconomiche. Generalmente modelli di gemello digitale possono riguardare singole infrastrutture, o ambiti. Solo recentemente si comincia ad applicare questa tecnologia alla costruzione di modelli avanzati e sperimentali, che potrebbero ampliare il campo per costruire una visione non settoriale, ma composita e globale dell’intero insediamento urbano, attraverso la costruzione di diversi layer che cooperano tra di loro, al fine di creare un’immagine non solo di sistemi e sottosistemi urbani, ma di comprendere anche abitanti e city users e le loro interazioni. Come altri strumenti di rappresentazione i gemelli digitali possono essere utili ai processi di partecipazione. In un articolo pubblicato nel 2020, Fabian Dembski, Uwe Wössner, Mike Letzgus, Michael Ruddat and Claudia Yamu hanno descritto la loro sperimentazione di Gemello Digitale Urbano a di Herrenberg, una cittadina di circa 30.000 abitanti in Germania; l’obiettivo è quello di rendere la città più rispondente alle diverse richieste provenienti dai suoi abitanti, e di governare gli impatti che le innovazioni possono avere a livello non solo economico, ma anche sociale e ambientale. A questi sono stati aggiunti i dati riguardanti alcuni progetti. I dati quantitativi provenivano da fonti già disponibili presso l’amministrazione e dall’installazione di alcuni sensori. Questi, destinati al rilevamento della qualità ambientale sono stati installati attraverso il coinvolgimento di alcuni cittadini, che hanno anche consentito all’utilizzo delle loro proprietà; questi dati sono visualizzabili in tempo quasi reale sulla piattaforma che ospita il gemello digitale. I cittadini sono stati anche coinvolti nella raccolta dei dati empirici e qualitativi, relativi alla loro percezione dei luoghi, degli spazi pubblici in particolare, attraverso un’app progettata ad hoc. Questa app permette di tracciare i percorsi quotidiani, i luoghi di stazionamento e la velocità di percorrenza. Inoltre, permette di raccogliere i dati sulla qualità e sull’accessibilità dei luoghi in maniera georeferenziata. Questo gemello digitale, costruito attraverso la collaborazione dei cittadini, è stato sperimentato come supporto per la partecipazione. La visualizzazione in 3D e la simulazione di alcuni scenari hanno rappresentato una base conoscitiva condivisa, da cui partire nella discussione intorno al miglioramento della qualità della vita in città e di progetti e investimenti pubblici eventualmente da fare. Inoltre, sono stati sperimentati nella visualizzazione di possibili scenari. Alla fine del processo partecipativo in cui è stato sperimentato sono stati raccolti i pareri dei partecipanti, che lo hanno trovato un metodo utile per comprendere meglio luoghi e proposte. La partecipazione in questo caso ha dunque riguardato sia la costruzione del modello e la raccolta dei dati, sia la discussione. Quando le tecnologie digitali e l’ Intelligenza artificiale, sono in grado di prendere decisioni che influenzano la vita delle persone è dunque necessario comprendere e avere consapevolezza delle basi (e degli algoritmi) che le hanno generate e controllarne la formazione e le ricadute. Non tutti gli aspetti sociali della vita urbana possono essere traslati in dati utilizzabili dai metodi della Scienza dei dati, e alcune volte i fenomeni critici contemporanei non producono dati che possono essere letti dai computer, ma hanno impatti sociali, che possono non essere rilevati dai modelli digitali. Per quanto le tecnologie digitali aprano affascinanti orizzonti di possibilità di conoscenza e predizione, la questione della partecipazione non può essere risolta unicamente attraverso mezzi dematerializzati di raccolta delle opinioni singole. Questo tipo di processo corrisponderebbe a una semplice consultazione. Se da una parte appare facilitare l’informazione e la raccolta delle opinioni di alcune fasce della popolazione, dall’altra parte alcuni aspetti non sono da escludere. Il primo riguarda il processo di partecipazione in sé, i cui esiti sono sempre imprevedibili rispetto alla somma delle opinioni di singoli partecipanti; il risultato di un processo di partecipazione è esito di momenti di ascolto, informazione, apprendimento mutuo, di incontri informali, una specie di fermentazione, per dirla con le parole ispirate di Decandia (2011). Il secondo riguarda le tecniche di inclusione, facendo particolare attenzione a quelle fasce d’età di inizio e fine vita. La partecipazione degli anziani infatti, può essere una fonte preziosa di informazione e di costruzione di valore simbolico e identitario all’interno di una comunità. La partecipazione dei bambini e delle bambine appare invece strategica per costruire una città più vivibile e per misurarsi con le sue dimensioni ludiche, educative e di benessere sociale. Per questa particolare fascia di abitanti appare necessario aprire spazi di partecipazione che siano accessibili in base alle caratteristiche dell’età: i più piccoli hanno infatti necessità di agire nella materialità, di comprendere le dinamiche spicciole e a partire da lì per tirare fuori idee e soluzioni in grado di avere ricadute positive a lungo termine ed ampio raggio. Per questo è necessario continuare a costruire arene di partecipazione offline, in cui le persone possano continuare a confrontarsi, conoscersi, scambiare punti di vista per costruirne altri condivisi. Lo spazio pubblico è direttamente connesso alla qualità della democrazia perché è lo spazio in cui le persone possono incontrarsi ed esprimere le loro opinioni in maniera libera ed evidente. Vi sono sperimentazioni, relative alla costruzione di gemelli digitali, che riguardano città italiane, come per esempio Bologna, e città europee, come Zurigo, che saranno oggetto di studio della nostra ricerca.
2025
Innovazioni digitali, Digital twin, Urban intelligence
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/60123
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