Il volume propone un’esplorazione critica delle potenzialità e delle sfide connesse all’impiego delle narrazioni nell’ambito della ricerca geografica, evidenziando la necessità di un approccio riflessivo e responsabile nella mediazione tra soggettività, spazio e rappresentazione. In dialogo serrato con la cosiddetta “svolta narrativa” nelle scienze sociali, l’autrice ripensa e ridefinisce il valore euristico delle storie come dispositivi di conoscenza e agenti di territorializzazione nei contesti locali. La narrazione emerge, in tal modo, come pratica relazionale e performativa, capace di attivare processi di interpretazione condivisa, generare senso collettivo e mobilitare risorse progettuali. La prospettiva transdisciplinare adottata combina riflessione epistemologica e ricerca sul terreno, soffermandosi in particolare sul potenziale trasformativo dei metodi biografici e dei racconti di vita quotidiana, come dimostrato dallo studio di caso dedicato all’ex Magazzino Tabacchi Greggi di Lecce, in cui l’approccio narrativo-visuale opera come strumento di rigenerazione culturale e sociale, capace di restituire voce ai soggetti marginalizzati e di ricomporre nuove trame comunitarie. Tale approccio trova fondamento nella Scuola di Placetelling dell’Università del Salento, che propone un modello narrativo orientato alla valorizzazione delle memorie, delle identità e delle visioni comunitarie, contribuendo alla co-produzione di conoscenza e alla costruzione partecipata dei luoghi. L’opera si rivolge a chi intende coniugare teoria e prassi, ponendo la pratica narrativa al centro di una geografia pubblica, impegnata e consapevole della responsabilità etica insita in ogni forma di racconto di comunità.
Il mondo in forma di racconto. Il metodo narrativo nella ricerca geografica
Patrizia Domenica Miggiano
2025-01-01
Abstract
Il volume propone un’esplorazione critica delle potenzialità e delle sfide connesse all’impiego delle narrazioni nell’ambito della ricerca geografica, evidenziando la necessità di un approccio riflessivo e responsabile nella mediazione tra soggettività, spazio e rappresentazione. In dialogo serrato con la cosiddetta “svolta narrativa” nelle scienze sociali, l’autrice ripensa e ridefinisce il valore euristico delle storie come dispositivi di conoscenza e agenti di territorializzazione nei contesti locali. La narrazione emerge, in tal modo, come pratica relazionale e performativa, capace di attivare processi di interpretazione condivisa, generare senso collettivo e mobilitare risorse progettuali. La prospettiva transdisciplinare adottata combina riflessione epistemologica e ricerca sul terreno, soffermandosi in particolare sul potenziale trasformativo dei metodi biografici e dei racconti di vita quotidiana, come dimostrato dallo studio di caso dedicato all’ex Magazzino Tabacchi Greggi di Lecce, in cui l’approccio narrativo-visuale opera come strumento di rigenerazione culturale e sociale, capace di restituire voce ai soggetti marginalizzati e di ricomporre nuove trame comunitarie. Tale approccio trova fondamento nella Scuola di Placetelling dell’Università del Salento, che propone un modello narrativo orientato alla valorizzazione delle memorie, delle identità e delle visioni comunitarie, contribuendo alla co-produzione di conoscenza e alla costruzione partecipata dei luoghi. L’opera si rivolge a chi intende coniugare teoria e prassi, ponendo la pratica narrativa al centro di una geografia pubblica, impegnata e consapevole della responsabilità etica insita in ogni forma di racconto di comunità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
