In una delle prose della raccolta Die Rose (1925), Robert Walser scrive: «Gli occhi sono ginnasti incredibili». Di questa dinamica “ginnastica” visiva si dà conto nel presente volume che studia, per la prima volta in modo organico, il tema del vagabondaggio dello sguardo e della visione in un campione significativo della produzione di questo scrittore. A partire da una messa a punto teorica del concetto di dispositivo all’interno del campo della critica letteraria, si affrontano, nell’opera dello scrittore svizzero, temi centrali della cultura visuale come l’ékphrasis e la dialettica tra vedere ed essere visti, vedente e visibile: «ciò che guardavo con amore ricambiava amorevolmente i miei sguardi» (Walser). Nelle prose e nei versi ecfrastici, che costituiscono per l’autore un fondamentale esercizio di scrittura e d’immaginazione, si coglie la centralità del vedere che si insinua e “passeggia” nelle opere, instaurando dialoghi con i personaggi ritratti, anche in virtù del rapporto privilegiato con l’opera grafica e pittorica del fratello Karl. Nel close reading dei racconti della raccolta Seeland (1920), tra cui La passeggiata, si mostra come il tema della visione si innesti su una riflessione amara sulla fine di un mondo a seguito della Grande Guerra. La parte finale del volume è dedicata allo studio del modo in cui il cinema, João César Monteiro in particolare, ha rappresentato e interpretato la scrittura di Walser.
Con gli occhi del viandante. Letteratura e rappresentazione visiva in Robert Walser
Roberto Talamo
2025-01-01
Abstract
In una delle prose della raccolta Die Rose (1925), Robert Walser scrive: «Gli occhi sono ginnasti incredibili». Di questa dinamica “ginnastica” visiva si dà conto nel presente volume che studia, per la prima volta in modo organico, il tema del vagabondaggio dello sguardo e della visione in un campione significativo della produzione di questo scrittore. A partire da una messa a punto teorica del concetto di dispositivo all’interno del campo della critica letteraria, si affrontano, nell’opera dello scrittore svizzero, temi centrali della cultura visuale come l’ékphrasis e la dialettica tra vedere ed essere visti, vedente e visibile: «ciò che guardavo con amore ricambiava amorevolmente i miei sguardi» (Walser). Nelle prose e nei versi ecfrastici, che costituiscono per l’autore un fondamentale esercizio di scrittura e d’immaginazione, si coglie la centralità del vedere che si insinua e “passeggia” nelle opere, instaurando dialoghi con i personaggi ritratti, anche in virtù del rapporto privilegiato con l’opera grafica e pittorica del fratello Karl. Nel close reading dei racconti della raccolta Seeland (1920), tra cui La passeggiata, si mostra come il tema della visione si innesti su una riflessione amara sulla fine di un mondo a seguito della Grande Guerra. La parte finale del volume è dedicata allo studio del modo in cui il cinema, João César Monteiro in particolare, ha rappresentato e interpretato la scrittura di Walser.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
