Nel panorama scientifico gli studi che riguardano la percezione degli studenti circa l’Intelligenza Artificiale e il suo uso in ambienti educativi sono poco numerosi e piuttosto recenti (Latham & Goltz, 2019; Ma & Siau, 2018; Popenici & Kerr, 2017; Sangapu, 2018; Shar, 2019; Yufei et al. 2020; Zawacki-Richter et al. 2020). Considerando che nel futuro dell’educazione e della formazione le macchine potrebbero influenzare nettamente i processi di insegnamento e di apprendimento, sembra utile esplorare le opinioni e atteggiamenti degli studenti e delle studentesse circa il ruolo che l’Intelligenza Artificiale (IA) dovrebbe ricoprire in contesti educativi formali e non formali. Alla luce di tale scenario si è scelto di realizzare un’indagine esplorativa con l’obiettivo di esplorare le opinioni degli studenti in merito all’ Intelligenza artificiale, i significati attribuiti al suo uso unitamente ai rischi, le sfide e le opportunità ad essa connesse. Pertanto, sono state realizzate 40 interviste semi strutturate con studenti della scuola secondaria di secondo grado nel contesto campano, di età compresa tra i 14 e i 18 anni. La scelta dei partecipanti è avvenuta mediante campionamento teorico. Si è scelto di realizzare un’analisi del contenuto delle interviste adottando quale substrato teorico e metodologico la Grounded Theory (Glaser&Strauss,1967). Si è scelto di effettuare un’analisi qualitativa dei corpus testuale con il supporto del software NVivo (Richards, 1999) che ha permesso di sistematizzare e di categorizzare il materiale raccolto, avendo come riferimento teorico la Grounded Theory al fine di costruire categorie analitiche a partire dai dati, rispettando il fenomeno studiato, seguendo le indicazioni che da esso provengono. L’ analisi del corpus testuale consente di riflettere sulle rappresentazioni e le percezioni dei partecipanti in merito all’Intelligenza Artificiale, significata in termini di strumento che suscita vissuti ambivalenti, foriero di sfide e caratterizzato da rischi e opportunità. Gli studenti intervistati considerano l’AI come uno strumento utile e fondamentale nella gestione degli apprendimenti e della vita quotidiana, come sostegno allo studio e supporto di fronte a problemi personali mediante l’utilizzo di chatbot nonché strumento capace di innovare la didattica, rendendola maggiormente interattiva, dinamica e inclusiva, rispettando i tempi e gli stili di apprendimento di tutti e di ciascuno. Dalle interviste emerge inoltre come l’Intelligenza artificiale sia diventato uno strumento di promozione di benessere psicologico mediante chatbot terapeutici, piattaforme per screening psicologico e strumenti di tracciamento dell’umore. Tuttavia, la maggior parte degli studenti teme che l’uso dell’intelligenza artificiale possa “anestetizzare “le relazioni con il gruppo dei pari e con gli adulti di riferimento. l’AI sarebbe vissuta e percepita con timore per le conseguenze che lascia presagire in termini di perdita delle capacità critiche e di autonomia di giudizio, isolamento dal gruppo dei pari e mancanza di relazioni umane significative unitamente a rischio di tipo etico e legati alle privacy. Alcuni degli intervistati hanno narrato la necessità di possedere delle competenze che consentano loro di gestire correttamente l’uso dell’ AI per limitarne i rischi, per acquisire maggior consapevolezza e adottare comportamenti eticamente corretti in rete. Non a caso, le competenze digitali sono attenzionate nella loro dimensione teoricoapplicativa trasversale, ossia non più come una materia a sé stante, una abilità “hard”, bensì come digital soft skills (Iavarone & Aruta, 2022), ovvero capacità cognitivo-operazionali che implicano il ricorso alle tecnologie con flessibilità e creatività, indispensabili

IL FUTURO DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLE PERCEZIONI DEGLI STUDENTI: UN’INDAGINE ESPLORATIVA TRA SFIDE, RISCHI E OPPORTUNITÀ

Cesarano, Valentina Paola
;
2025-01-01

Abstract

Nel panorama scientifico gli studi che riguardano la percezione degli studenti circa l’Intelligenza Artificiale e il suo uso in ambienti educativi sono poco numerosi e piuttosto recenti (Latham & Goltz, 2019; Ma & Siau, 2018; Popenici & Kerr, 2017; Sangapu, 2018; Shar, 2019; Yufei et al. 2020; Zawacki-Richter et al. 2020). Considerando che nel futuro dell’educazione e della formazione le macchine potrebbero influenzare nettamente i processi di insegnamento e di apprendimento, sembra utile esplorare le opinioni e atteggiamenti degli studenti e delle studentesse circa il ruolo che l’Intelligenza Artificiale (IA) dovrebbe ricoprire in contesti educativi formali e non formali. Alla luce di tale scenario si è scelto di realizzare un’indagine esplorativa con l’obiettivo di esplorare le opinioni degli studenti in merito all’ Intelligenza artificiale, i significati attribuiti al suo uso unitamente ai rischi, le sfide e le opportunità ad essa connesse. Pertanto, sono state realizzate 40 interviste semi strutturate con studenti della scuola secondaria di secondo grado nel contesto campano, di età compresa tra i 14 e i 18 anni. La scelta dei partecipanti è avvenuta mediante campionamento teorico. Si è scelto di realizzare un’analisi del contenuto delle interviste adottando quale substrato teorico e metodologico la Grounded Theory (Glaser&Strauss,1967). Si è scelto di effettuare un’analisi qualitativa dei corpus testuale con il supporto del software NVivo (Richards, 1999) che ha permesso di sistematizzare e di categorizzare il materiale raccolto, avendo come riferimento teorico la Grounded Theory al fine di costruire categorie analitiche a partire dai dati, rispettando il fenomeno studiato, seguendo le indicazioni che da esso provengono. L’ analisi del corpus testuale consente di riflettere sulle rappresentazioni e le percezioni dei partecipanti in merito all’Intelligenza Artificiale, significata in termini di strumento che suscita vissuti ambivalenti, foriero di sfide e caratterizzato da rischi e opportunità. Gli studenti intervistati considerano l’AI come uno strumento utile e fondamentale nella gestione degli apprendimenti e della vita quotidiana, come sostegno allo studio e supporto di fronte a problemi personali mediante l’utilizzo di chatbot nonché strumento capace di innovare la didattica, rendendola maggiormente interattiva, dinamica e inclusiva, rispettando i tempi e gli stili di apprendimento di tutti e di ciascuno. Dalle interviste emerge inoltre come l’Intelligenza artificiale sia diventato uno strumento di promozione di benessere psicologico mediante chatbot terapeutici, piattaforme per screening psicologico e strumenti di tracciamento dell’umore. Tuttavia, la maggior parte degli studenti teme che l’uso dell’intelligenza artificiale possa “anestetizzare “le relazioni con il gruppo dei pari e con gli adulti di riferimento. l’AI sarebbe vissuta e percepita con timore per le conseguenze che lascia presagire in termini di perdita delle capacità critiche e di autonomia di giudizio, isolamento dal gruppo dei pari e mancanza di relazioni umane significative unitamente a rischio di tipo etico e legati alle privacy. Alcuni degli intervistati hanno narrato la necessità di possedere delle competenze che consentano loro di gestire correttamente l’uso dell’ AI per limitarne i rischi, per acquisire maggior consapevolezza e adottare comportamenti eticamente corretti in rete. Non a caso, le competenze digitali sono attenzionate nella loro dimensione teoricoapplicativa trasversale, ossia non più come una materia a sé stante, una abilità “hard”, bensì come digital soft skills (Iavarone & Aruta, 2022), ovvero capacità cognitivo-operazionali che implicano il ricorso alle tecnologie con flessibilità e creatività, indispensabili
2025
978-88-6022-508-5
intelligenza artificiale; benessere; adolescenti; chatbot
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/65323
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