Corpo, gioco e schermo: gli exergames come frontiera della pratica formativa.

L'analisi dei dati della ricerca sul gioco effettuata a livello regionale fa emergere un paradosso affascinante legato al gioco digitale: se da un lato l’immaginario collettivo sembra associarlo da decenni a uno stile di vita sedentario (si pensi al fatto che la produzione e vendita di sedie ergonomiche per videogiocatori è decisamente aumentata nel tempo), dall’altro assistiamo all’ascesa di una particolare categoria di videogiochi che di fatto pare ribaltare questa narrazione, gli exergames. Questa categoria di videogiochi si basa sul fatto che l’interfaccia uomo-macchina è basata principalmente sulle azioni cinetiche dell’intero o buona parte del corpo dei videogiocatori. L’exergaming consiste nel giocare agli exergame o a qualsiasi altro videogioco per promuovere l’attività fisica. Un’attività così proposta che trascende la tradizionale coordinazione oculo-manuale per coinvolgere l’intero corpo, realizzando una sintesi inedita tra l’attività fisica e il piacere ludico tipico del medium videoludico (Salgado & Scaglia, 2020; Lima et al., 2020). Il presente contributo si pone in continuità con la riflessione pedagogica che riconosce nel gioco un motore primario per l’apprendimento e lo sviluppo integrale della persona