Il percorso nella direzione di un sistema efficace di governo metropolitano è influenzato da una molteplicità di fattori. Tra di essi le caratteristiche e le modalità di uso del suolo non sono secondari per rilevanza e per impatti reali e potenziali. Molti studi ed analisi sul processo di diffusione urbana hanno approfondito la conoscenza su quanto avvenuto a livello internazionale e hanno evidenziato la loro maggiore incidenza nei territori metropolitani (tra i molti si citano Antrop, 2004; Berdini, 2009; Ewing, 1997; Gibelli et al., 2006; Mazzeo e Russo, 2016). Le conseguenze di questo processo sono positive se lette in ordine alla concentrazione di funzioni, attività e saperi, negative se lette in relazione al consumo di suolo, alla congestione e alla diffusione indiscriminata dell’urbanizzato, normalmente definito sprawl (Sinclair, 1967). Il controllo di questi fenomeni diviene quindi un presupposto fondamentale nel governo dei sistemi metropolitani. Solo se il consumo di suolo e la diffusione urbana si fermano con decisione è possibile spostare definitivamente l’attenzione sul riuso e sulla riorganizzazione di spazi già interessati dall’urbanizzazione, così da incidere su di essi per ottenere una razionalizzazione del tessuto urbano e un processo di rigenerazione territoriale basato su interventi ad elevata sostenibilità e resilienza. L’obiettivo è pervenire ad una organizzazione nella quale i vuoti non siano più elementi indefiniti dello spazio urbano, bensì aree strutturate destinate a specifici usi sulla base di iniziative di trasformazione o di rinaturalizzazione dello spazio. La riduzione del consumo di suolo e il controllo dei processi di uso del territorio sono fondamentali in quanto servono a monitorare l’andamento delle quantità di suolo indisponibili alle trasformazioni e a definire con attenzione le diverse tipologie ed intensità nell’uso dello spazio in relazione alle diverse capacità di trasformazione che esso possiede. Il paper si incentra sul fenomeno del consumo di suolo nelle città metropolitane analizzandone le caratteristiche e le componenti. Normalmente l’attenzione si incentra su due di esse, ossia il suolo consumato (come indicatore negativo, da minimizzare) e il suolo agricolo (come indicatore positivo, da preservare insieme al suolo naturale). La stessa attenzione non viene riservata al suolo che non è stato ancora consumato ma che non è suolo agricolo; si vuole quindi approfondire la conoscenza di questa componente soprattutto perché potrebbe divenire (in parte più o meno consistente) una riserva di suolo da utilizzare per perseverare nelle politiche espansive; di contro, la stessa riserva di suolo potrebbe essere lo spazio dal quale attingere per incrementare la dotazione di aree naturali ed agricole.
Il consumo di suolo come indicatore nella governance delle città metropolitane
MAZZEO G
2017-01-01
Abstract
Il percorso nella direzione di un sistema efficace di governo metropolitano è influenzato da una molteplicità di fattori. Tra di essi le caratteristiche e le modalità di uso del suolo non sono secondari per rilevanza e per impatti reali e potenziali. Molti studi ed analisi sul processo di diffusione urbana hanno approfondito la conoscenza su quanto avvenuto a livello internazionale e hanno evidenziato la loro maggiore incidenza nei territori metropolitani (tra i molti si citano Antrop, 2004; Berdini, 2009; Ewing, 1997; Gibelli et al., 2006; Mazzeo e Russo, 2016). Le conseguenze di questo processo sono positive se lette in ordine alla concentrazione di funzioni, attività e saperi, negative se lette in relazione al consumo di suolo, alla congestione e alla diffusione indiscriminata dell’urbanizzato, normalmente definito sprawl (Sinclair, 1967). Il controllo di questi fenomeni diviene quindi un presupposto fondamentale nel governo dei sistemi metropolitani. Solo se il consumo di suolo e la diffusione urbana si fermano con decisione è possibile spostare definitivamente l’attenzione sul riuso e sulla riorganizzazione di spazi già interessati dall’urbanizzazione, così da incidere su di essi per ottenere una razionalizzazione del tessuto urbano e un processo di rigenerazione territoriale basato su interventi ad elevata sostenibilità e resilienza. L’obiettivo è pervenire ad una organizzazione nella quale i vuoti non siano più elementi indefiniti dello spazio urbano, bensì aree strutturate destinate a specifici usi sulla base di iniziative di trasformazione o di rinaturalizzazione dello spazio. La riduzione del consumo di suolo e il controllo dei processi di uso del territorio sono fondamentali in quanto servono a monitorare l’andamento delle quantità di suolo indisponibili alle trasformazioni e a definire con attenzione le diverse tipologie ed intensità nell’uso dello spazio in relazione alle diverse capacità di trasformazione che esso possiede. Il paper si incentra sul fenomeno del consumo di suolo nelle città metropolitane analizzandone le caratteristiche e le componenti. Normalmente l’attenzione si incentra su due di esse, ossia il suolo consumato (come indicatore negativo, da minimizzare) e il suolo agricolo (come indicatore positivo, da preservare insieme al suolo naturale). La stessa attenzione non viene riservata al suolo che non è stato ancora consumato ma che non è suolo agricolo; si vuole quindi approfondire la conoscenza di questa componente soprattutto perché potrebbe divenire (in parte più o meno consistente) una riserva di suolo da utilizzare per perseverare nelle politiche espansive; di contro, la stessa riserva di suolo potrebbe essere lo spazio dal quale attingere per incrementare la dotazione di aree naturali ed agricole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.