Quando ci mettiamo in relazione con un’opera d’arte, entriamo in una complessa triangolazione di forze: la creazione dell’autore, la presenza davanti a noi dell’opera, il nostro ruolo di fruitori e interpreti. Le teorie della letteratura del Novecento hanno concentrato la propria ricerca sull’opera letteraria e sul lettore, lasciando sullo sfondo o cancellando del tutto la figura dell’autore. Il lettore di questo volume potrà colmare questa lacuna di riflessione teorica, imparando a riconoscere la presenza intenzionale dell’autore come una forza specifica, un’azione (o iniziativa) rivolta a modificare il campo culturale in cui un’opera è prodotta. Il risultato teorico è confrontato con le riflessioni sull’intenzione d’autore dei maggiori filosofi e teorici anglo-americani ed europei, tra cui Wimsatt e Beardsley, Frye, Booth, Hirsch, Anscombe, De Man, Danto, Cavell, Carroll, Bachtin, Barthes, Derrida, Foucault, Ricœur, Eco, Agamben, Bourdieu, Genette, Compagnon. Al termine di questo ampio percorso, si potrà attribuire all’autore il ruolo di chi produce, attraverso l’opera, l’initium (l’iniziativa) di una relazione estetica con il lettore, che è sempre una relazione dialogica di mutuo riconoscimento: correggere l’idea dell’assenza di intenzionalità d’autore nei testi letterari (intentional fallacy) vuol dire riconoscere che dietro ogni messaggio che riceviamo, dal passato o dal presente, non c’è soltanto un codice linguistico da interpretare in sé e per sé, ma la presenza viva di un altro essere umano che chiede di essere riconosciuto nella sua specificità.

Intenzione e iniziativa. Teorie della letteratura dagli anni Venti a oggi

Roberto Talamo
2013-01-01

Abstract

Quando ci mettiamo in relazione con un’opera d’arte, entriamo in una complessa triangolazione di forze: la creazione dell’autore, la presenza davanti a noi dell’opera, il nostro ruolo di fruitori e interpreti. Le teorie della letteratura del Novecento hanno concentrato la propria ricerca sull’opera letteraria e sul lettore, lasciando sullo sfondo o cancellando del tutto la figura dell’autore. Il lettore di questo volume potrà colmare questa lacuna di riflessione teorica, imparando a riconoscere la presenza intenzionale dell’autore come una forza specifica, un’azione (o iniziativa) rivolta a modificare il campo culturale in cui un’opera è prodotta. Il risultato teorico è confrontato con le riflessioni sull’intenzione d’autore dei maggiori filosofi e teorici anglo-americani ed europei, tra cui Wimsatt e Beardsley, Frye, Booth, Hirsch, Anscombe, De Man, Danto, Cavell, Carroll, Bachtin, Barthes, Derrida, Foucault, Ricœur, Eco, Agamben, Bourdieu, Genette, Compagnon. Al termine di questo ampio percorso, si potrà attribuire all’autore il ruolo di chi produce, attraverso l’opera, l’initium (l’iniziativa) di una relazione estetica con il lettore, che è sempre una relazione dialogica di mutuo riconoscimento: correggere l’idea dell’assenza di intenzionalità d’autore nei testi letterari (intentional fallacy) vuol dire riconoscere che dietro ogni messaggio che riceviamo, dal passato o dal presente, non c’è soltanto un codice linguistico da interpretare in sé e per sé, ma la presenza viva di un altro essere umano che chiede di essere riconosciuto nella sua specificità.
2013
978-88-6194-187-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/8345
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