This article proposes the analysis of the construct of memory in pedagogical key and also the links made with the narrative, particularly in regard to the children and their capacity to plan future scenarios after traumatic experiences which are difficult to be processed. Using an approach that has been little explored in the pedagogical literature, the paper offers original trajectories through which the memory can be considered as a cognitive function, dynamic, social and perspective rather than static, individual and retrospective. Furthermore, narrative can be seen as the mental tool which helps to recognise, position and orientate oneself after traumatic experiences, like a “gps experience”. Memory and narration are necessary key competences for lifelong learning, especially after the introduction in the italian debate on Special Pedagogy of the concept of “special educational needs” (BES), already present in the documents of 2003 of the “European agency for development in special needs”, which includes all situations operating problematic for the person, who by this problematic is impeded in getting satisfactory answers to their needs. Working as a Honorary Judge at the Juvenile Court of Taranto, my aim is to consider the absence of retrospective and narrative intelligence as special educational needs, on the contrary, the ability of the children to build “trampoline-narratives” as chance to emancipate themselves from deviant and marginal social representations, to escape discomfort and experience a sense of ease.

Questo studio propone l’analisi, in chiave pedagogica, del costrutto di memoria, e dei nessi che esso stringe con quello di narrazione, con particolare riferimento al minore e alle sue capacità di progettare scenari futuri a partire da vissuti traumatici di difficile elaborazione. Con un approccio finora poco esplorato dalla letteratura pedagogica, il contributo offre traiettorie originali attraverso le quali considerare la memoria come una funzione cognitiva dinamica, sociale e prospettica, più che statica, individuale e retrospettiva, e la narrazione strumento cognitivo attraverso il quale, alla stregua di un “navigatore dell’esperienza”, riconoscere, posizionare e orientare l’identità a seguito di esperienze spaesanti. Memoria e narrazione si impongono quali competenze chiave per l’apprendimento permanente, soprattutto dopo l’introduzione nel dibattito italiano sulla Pedagogia Speciale del concetto di “bisogno educativo speciale” (BES), già presente nei documenti del 2003 dell’“Agenzia europea per lo sviluppo dell’educazione per i bisogni speciali”, che comprende tutte le situazioni di funzionamento problematico per la persona, che da tale problematicità viene ostacolata nell’ottenere risposte soddisfacenti ai propri bisogni. L’esperienza come Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Taranto, spingono l’autore a considerare l’assenza di intelligenza retrospettiva e narrativa quali bisogni educativi speciali, viceversa, la capacità del minore di costruire “narrazioni trampolino” quale possibilità dello stesso di emanciparsi da rappresentazioni sociali devianti e marginali, allontanarsi dal disagio, sperimentare l’agio.

Bisogni educativi speciali dei minori tra memoria e competenza narrativa Special educational needs of children between memory and narrative competence

Romeo F
2016-01-01

Abstract

This article proposes the analysis of the construct of memory in pedagogical key and also the links made with the narrative, particularly in regard to the children and their capacity to plan future scenarios after traumatic experiences which are difficult to be processed. Using an approach that has been little explored in the pedagogical literature, the paper offers original trajectories through which the memory can be considered as a cognitive function, dynamic, social and perspective rather than static, individual and retrospective. Furthermore, narrative can be seen as the mental tool which helps to recognise, position and orientate oneself after traumatic experiences, like a “gps experience”. Memory and narration are necessary key competences for lifelong learning, especially after the introduction in the italian debate on Special Pedagogy of the concept of “special educational needs” (BES), already present in the documents of 2003 of the “European agency for development in special needs”, which includes all situations operating problematic for the person, who by this problematic is impeded in getting satisfactory answers to their needs. Working as a Honorary Judge at the Juvenile Court of Taranto, my aim is to consider the absence of retrospective and narrative intelligence as special educational needs, on the contrary, the ability of the children to build “trampoline-narratives” as chance to emancipate themselves from deviant and marginal social representations, to escape discomfort and experience a sense of ease.
2016
Questo studio propone l’analisi, in chiave pedagogica, del costrutto di memoria, e dei nessi che esso stringe con quello di narrazione, con particolare riferimento al minore e alle sue capacità di progettare scenari futuri a partire da vissuti traumatici di difficile elaborazione. Con un approccio finora poco esplorato dalla letteratura pedagogica, il contributo offre traiettorie originali attraverso le quali considerare la memoria come una funzione cognitiva dinamica, sociale e prospettica, più che statica, individuale e retrospettiva, e la narrazione strumento cognitivo attraverso il quale, alla stregua di un “navigatore dell’esperienza”, riconoscere, posizionare e orientare l’identità a seguito di esperienze spaesanti. Memoria e narrazione si impongono quali competenze chiave per l’apprendimento permanente, soprattutto dopo l’introduzione nel dibattito italiano sulla Pedagogia Speciale del concetto di “bisogno educativo speciale” (BES), già presente nei documenti del 2003 dell’“Agenzia europea per lo sviluppo dell’educazione per i bisogni speciali”, che comprende tutte le situazioni di funzionamento problematico per la persona, che da tale problematicità viene ostacolata nell’ottenere risposte soddisfacenti ai propri bisogni. L’esperienza come Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Taranto, spingono l’autore a considerare l’assenza di intelligenza retrospettiva e narrativa quali bisogni educativi speciali, viceversa, la capacità del minore di costruire “narrazioni trampolino” quale possibilità dello stesso di emanciparsi da rappresentazioni sociali devianti e marginali, allontanarsi dal disagio, sperimentare l’agio.
bisogni educativi special
competenza narrativa
memoria individuale
competenza retrospettiva
competenza prospettica
memoria collettiva
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/10282
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