La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), disordine endocrino-metabolico tra i più comuni nelle donne in età fertile, determina un impatto negativo sull’intero stato di salute, riproduttivo e metabolico della donna e molto spesso coesiste con uno stato di obesità che sembra essere sia un fattore di rischio sia un fattore aggravante di questa sindrome. L’intervento dietetico e la successiva perdita di peso rappresentano la linea di intervento principale migliorando significativamente il decorso della patologia; tuttavia, non è ancora chiaro quale sia il miglior approccio nutrizionale da adottare nella PCOS. In particolare, un elevato apporto di carboidrati e l’infiammazione cronica di basso grado cooperano con l’insulino-resistenza e l’iperandrogenismo sull’espressione fisiopatologica della PCOS. L’insulina regola l’attività degli enzimi ovarici ed epatici coinvolti nella produzione di androgeni e innesca l’infiammazione cronica di basso grado associata a insulino-resistenza, dislipidemia e malattie cardio-metaboliche. Una dieta sbilanciata, associata tali alterazioni, è una componente chiave in questo “quartetto mortale” di fattori di rischio associati alla fisiopatologia della PCOS. Approcci dietetici nutrizionalmente equilibrati sono uno strumento primario sia preventivo che terapeutico nelle donne con PCOS, riducendo l’insulino-resistenza e promuovendo miglioramenti ormonali e metabolici e, di conseguenza, riproduttivi, conferendo al nutrizionista un ruolo chiave. In questo contesto, la dieta chetogenica è stata proposta come un’attraente strategia nutrizionale sia per la gestione dell’obesità che delle comorbidità della PCOS, metaboliche, endocrine e riproduttive. Nella presente rassegna, riportiamo le ultime e più recenti evidenze disponibili in letteratura scientifica sull’uso della dieta chetogenica nella PCOS.

Dieta chetogenica, fertilità femminile e sindrome dell'ovaio policistico

BARREA L;
2022-01-01

Abstract

La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), disordine endocrino-metabolico tra i più comuni nelle donne in età fertile, determina un impatto negativo sull’intero stato di salute, riproduttivo e metabolico della donna e molto spesso coesiste con uno stato di obesità che sembra essere sia un fattore di rischio sia un fattore aggravante di questa sindrome. L’intervento dietetico e la successiva perdita di peso rappresentano la linea di intervento principale migliorando significativamente il decorso della patologia; tuttavia, non è ancora chiaro quale sia il miglior approccio nutrizionale da adottare nella PCOS. In particolare, un elevato apporto di carboidrati e l’infiammazione cronica di basso grado cooperano con l’insulino-resistenza e l’iperandrogenismo sull’espressione fisiopatologica della PCOS. L’insulina regola l’attività degli enzimi ovarici ed epatici coinvolti nella produzione di androgeni e innesca l’infiammazione cronica di basso grado associata a insulino-resistenza, dislipidemia e malattie cardio-metaboliche. Una dieta sbilanciata, associata tali alterazioni, è una componente chiave in questo “quartetto mortale” di fattori di rischio associati alla fisiopatologia della PCOS. Approcci dietetici nutrizionalmente equilibrati sono uno strumento primario sia preventivo che terapeutico nelle donne con PCOS, riducendo l’insulino-resistenza e promuovendo miglioramenti ormonali e metabolici e, di conseguenza, riproduttivi, conferendo al nutrizionista un ruolo chiave. In questo contesto, la dieta chetogenica è stata proposta come un’attraente strategia nutrizionale sia per la gestione dell’obesità che delle comorbidità della PCOS, metaboliche, endocrine e riproduttive. Nella presente rassegna, riportiamo le ultime e più recenti evidenze disponibili in letteratura scientifica sull’uso della dieta chetogenica nella PCOS.
2022
Sindrome dell’Ovaio Policistico
Infiammazione
Dieta chetogenica
Obesità
Insulino- resistenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/1062
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