Il corpo digitale non è più solo una metafora bensì realtà che ha consisten- za fenomenica e profondità variabile ponendosi al centro delle rappresenta- zioni della vita psichica, emotiva e relazionale della persona all’interno di una nuova e inedita prossemica anch’essa digitale ma non meno reale e cogente. Le rappresentazioni del corpo digitale si sgomitolano sui media sociali che l’indi- viduo frequenta, raccontando pulsioni, desideri e disagi che talvolta vengono negati o rimossi e a volte vengono esposti nell’interazione sociale cercando conferme, like, sfoghi e/o visibilità. La cultura del selfie e degli emoticons da un lato sostituisce il volto con una faccina stereotipata e dall’altro lato conduce ad una iper-esposizione del sé creato e alimentato dagli infiniti riverberi della digitalizzazione dell’esistenza. Il corpo digitale segue il corpo reale nei suoi spostamenti fisici, anticipa, prevede e supporta le scelte del corpo fisico e tal- volta sopravvive alla sua morte. Esso ci segue e ci precede, talvolta sovrappo- nendosi in una sorta di “doppio” in grado di trasfigurare l’esistenza ordinaria. L’articolo discute queste dinamiche analizzandone gli impatti relazionali nella convivenza social e digitale come questione urgente in quanto coinvolge una nuova responsabilità che scomoda la cura educativa, civica e democratica nelle dinamiche della Rete essendo, ciascuno di noi, corpi a contatto con altri corpi, anche nelle more del virtuale.
Fenomenologia del corpo digitale e responsabilità educative
Angela Arsena
2024-01-01
Abstract
Il corpo digitale non è più solo una metafora bensì realtà che ha consisten- za fenomenica e profondità variabile ponendosi al centro delle rappresenta- zioni della vita psichica, emotiva e relazionale della persona all’interno di una nuova e inedita prossemica anch’essa digitale ma non meno reale e cogente. Le rappresentazioni del corpo digitale si sgomitolano sui media sociali che l’indi- viduo frequenta, raccontando pulsioni, desideri e disagi che talvolta vengono negati o rimossi e a volte vengono esposti nell’interazione sociale cercando conferme, like, sfoghi e/o visibilità. La cultura del selfie e degli emoticons da un lato sostituisce il volto con una faccina stereotipata e dall’altro lato conduce ad una iper-esposizione del sé creato e alimentato dagli infiniti riverberi della digitalizzazione dell’esistenza. Il corpo digitale segue il corpo reale nei suoi spostamenti fisici, anticipa, prevede e supporta le scelte del corpo fisico e tal- volta sopravvive alla sua morte. Esso ci segue e ci precede, talvolta sovrappo- nendosi in una sorta di “doppio” in grado di trasfigurare l’esistenza ordinaria. L’articolo discute queste dinamiche analizzandone gli impatti relazionali nella convivenza social e digitale come questione urgente in quanto coinvolge una nuova responsabilità che scomoda la cura educativa, civica e democratica nelle dinamiche della Rete essendo, ciascuno di noi, corpi a contatto con altri corpi, anche nelle more del virtuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.