E’ diffusamente acquisita la consapevolezza che il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nel governo della città, e nella programmazione urbana, è condizione necessaria per la promozione di strategie politiche della Comunità. Con l’avvento del terzo millennio le città in tutto il mondo sono diventate oggetto di particolari attenzioni in quanto potenziali laboratori di nuove politiche partecipative. In Italia il fenomeno è stato percepito in occasione della istituzione delle città metropolitane, le cui finalità operative sono ancora in corso di definizione, come ha messo in evidenza il Sindaco di Milano (Sala, 2018). Attualmente le ricerche che volgono alla definizione di modelli innovativi, si orientano verso le città-stato, quali ad esempio, Hong Kong, Singapore, etc., tra cui molte altre realtà urbane emergenti in molte aree del pianeta.L’evoluzione di questo nuovo modello, come affermano Bertuglia e Vaio (2019), è subordinato alla istituzione di Laboratori Urbani, in cui l’uomo è di nuovo al centro dell’attenzione politica e amministrativa. I processi educativi in grado di innescare questo nuove forme innovative di governo della città, sono finalizzati alla formazione di nuove competenze e , dunque, orientati verso la risoluzione dei problemi urbani. Nasce, così, l’esigenza di istituire vere e proprie City School di nuova concezione, cha alla stregua di quanto fecero le Business School per le imprese post-tayloristiche in crisi di sviluppo, possano formare le necessarie figure di Manager urbani. Una organizzazione che riunisce competenze multidisciplinari necessarie per affrontare in modo integrato lo sviluppo del territorio, con il coinvolgimento degli attori pubblici e privati. Un orientamento che richiama la visione del planning come trading zone, proposta da Balducci e Mantysolo (2013) e in base al quale sembra essere area-based, in definitiva, più il processo di ricerca della soluzione a determinati problemi evidenziati dagli attori, che non il processo di definizione del problema stesso. Anche in considerazione della evoluzione dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19 sono svariate le ipotesi su cui le Istituzioni pubbliche ed Enti scientifici stanno lavorando. Quello che bisognerà ricostruire è un senso di appartenenza a valori condivisi, questo necessita di un tempo lungo e di spazi pubblici di buona qualità. Il digitale nelle prossime fasi del dopo coronavirus avrà un ruolo preponderante derivante anche dalla realizzazione di applicazioni in grado di effettuare il monitoraggio di un campione significativo della popolazione a rischio contagio al nuovo funzionamento della città. Una Urban intelligence apre tuttavia orizzonti più ampi di conoscenza e predizione, utili alla pianificazione e alla gestione urbana. In sintesi, la ricerca si pone l’obiettivo di proporre spunti di riflessione, in una ottica legata ai temi dell’Intelligence, sulla Città di domani, nell’intento scientifico di individuare i diversi e molteplici elementi di conoscenza, per la realizzazione di comunità resilienti.

L'osservatorio intelligente per la città di domani

Verardi F;
2022-01-01

Abstract

E’ diffusamente acquisita la consapevolezza che il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nel governo della città, e nella programmazione urbana, è condizione necessaria per la promozione di strategie politiche della Comunità. Con l’avvento del terzo millennio le città in tutto il mondo sono diventate oggetto di particolari attenzioni in quanto potenziali laboratori di nuove politiche partecipative. In Italia il fenomeno è stato percepito in occasione della istituzione delle città metropolitane, le cui finalità operative sono ancora in corso di definizione, come ha messo in evidenza il Sindaco di Milano (Sala, 2018). Attualmente le ricerche che volgono alla definizione di modelli innovativi, si orientano verso le città-stato, quali ad esempio, Hong Kong, Singapore, etc., tra cui molte altre realtà urbane emergenti in molte aree del pianeta.L’evoluzione di questo nuovo modello, come affermano Bertuglia e Vaio (2019), è subordinato alla istituzione di Laboratori Urbani, in cui l’uomo è di nuovo al centro dell’attenzione politica e amministrativa. I processi educativi in grado di innescare questo nuove forme innovative di governo della città, sono finalizzati alla formazione di nuove competenze e , dunque, orientati verso la risoluzione dei problemi urbani. Nasce, così, l’esigenza di istituire vere e proprie City School di nuova concezione, cha alla stregua di quanto fecero le Business School per le imprese post-tayloristiche in crisi di sviluppo, possano formare le necessarie figure di Manager urbani. Una organizzazione che riunisce competenze multidisciplinari necessarie per affrontare in modo integrato lo sviluppo del territorio, con il coinvolgimento degli attori pubblici e privati. Un orientamento che richiama la visione del planning come trading zone, proposta da Balducci e Mantysolo (2013) e in base al quale sembra essere area-based, in definitiva, più il processo di ricerca della soluzione a determinati problemi evidenziati dagli attori, che non il processo di definizione del problema stesso. Anche in considerazione della evoluzione dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19 sono svariate le ipotesi su cui le Istituzioni pubbliche ed Enti scientifici stanno lavorando. Quello che bisognerà ricostruire è un senso di appartenenza a valori condivisi, questo necessita di un tempo lungo e di spazi pubblici di buona qualità. Il digitale nelle prossime fasi del dopo coronavirus avrà un ruolo preponderante derivante anche dalla realizzazione di applicazioni in grado di effettuare il monitoraggio di un campione significativo della popolazione a rischio contagio al nuovo funzionamento della città. Una Urban intelligence apre tuttavia orizzonti più ampi di conoscenza e predizione, utili alla pianificazione e alla gestione urbana. In sintesi, la ricerca si pone l’obiettivo di proporre spunti di riflessione, in una ottica legata ai temi dell’Intelligence, sulla Città di domani, nell’intento scientifico di individuare i diversi e molteplici elementi di conoscenza, per la realizzazione di comunità resilienti.
2022
città intelligenti
resilienza
analisi predittive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/33679
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