La fantascienza da sempre intrattiene con la questione ecologica un rapporto d’elezione. Difatti, uno degli assi narrativi predominanti nella costruzione finzionale del futuro è senza dubbio l’alterazione del rapporto genere umano-ambiente; specularmente, si può rilevare come teorie e pratiche ecologiche ricorrano spesso a scenari futuribili per lanciare ammonimenti su larga scala in merito alle possibili derive di condotte politiche e modelli economici non sostenibili. A partire, dunque, da una prospettiva geopolitica ecocritica, si prenderà in esame la narrazione eco-distopica contenuta nell’opera cinematografica di Andrei Tarkovskij, Stalker (1979), per riflettere, infine, sulla possibilità di intravedere nel filone fantascientifico una sublimazione finzionale delle eco-fobie e delle angosce di sopravvivenza del nostro tempo.
FUTURI ANTERIORI. L’ECO-DISTOPIA DELLA “ZONA” IN STALKER (1979) DI ANDREJ TARKOVSKIJ
Patrizia Domenica Miggiano
2024-01-01
Abstract
La fantascienza da sempre intrattiene con la questione ecologica un rapporto d’elezione. Difatti, uno degli assi narrativi predominanti nella costruzione finzionale del futuro è senza dubbio l’alterazione del rapporto genere umano-ambiente; specularmente, si può rilevare come teorie e pratiche ecologiche ricorrano spesso a scenari futuribili per lanciare ammonimenti su larga scala in merito alle possibili derive di condotte politiche e modelli economici non sostenibili. A partire, dunque, da una prospettiva geopolitica ecocritica, si prenderà in esame la narrazione eco-distopica contenuta nell’opera cinematografica di Andrei Tarkovskij, Stalker (1979), per riflettere, infine, sulla possibilità di intravedere nel filone fantascientifico una sublimazione finzionale delle eco-fobie e delle angosce di sopravvivenza del nostro tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.