lo studio del prof. Gennaro Giuseppe Curcio, "La libertà nella Critica della ragion Pratica di Immanuel Kant", vuol essere un contributo alla definizione della libertà, uno dei valori più alti ed esigenti della cultura contemporanea. L'autore analizza i principi fondanti della libertà secondo Kant, e si chiede se la ragione pratica sia capace di determinare la volontà dell'uomo; si chiede, inoltre, se siano i concetti di bene e di male a fondare una legge morale, o non piuttosto la legge morale a far emergere i concetti di bene e di male. "L'azione morale, scrive il prof. Curcio, deve essere determinata dalla sola legge, non dal sentimento, ma dal dovere". E spiega che, se spazio e tempo condizionano le mie scelte, allora non sono più libero. A conclusione del suo nutrito intervento su libertà e morale, il prof. Curcio scrive: "Potremo dire che la condotta morale fondata su principi eteronomi non è altro che la collocazione di se stessi nell'ordine della necessità naturale, dove, al contrario, la scelta in favore della legge morale(la scelta dell'autonomia) colloca l'uomo in un altro ordine di cose: l'ordine della libertà. Questa è una scoperta che l'uomo può attuare in se stesso solo nell'esperienza della vita morale".
La libertà nella Critica della Ragion Pratica di Immanuel Kant
CURCIO G
2008-01-01
Abstract
lo studio del prof. Gennaro Giuseppe Curcio, "La libertà nella Critica della ragion Pratica di Immanuel Kant", vuol essere un contributo alla definizione della libertà, uno dei valori più alti ed esigenti della cultura contemporanea. L'autore analizza i principi fondanti della libertà secondo Kant, e si chiede se la ragione pratica sia capace di determinare la volontà dell'uomo; si chiede, inoltre, se siano i concetti di bene e di male a fondare una legge morale, o non piuttosto la legge morale a far emergere i concetti di bene e di male. "L'azione morale, scrive il prof. Curcio, deve essere determinata dalla sola legge, non dal sentimento, ma dal dovere". E spiega che, se spazio e tempo condizionano le mie scelte, allora non sono più libero. A conclusione del suo nutrito intervento su libertà e morale, il prof. Curcio scrive: "Potremo dire che la condotta morale fondata su principi eteronomi non è altro che la collocazione di se stessi nell'ordine della necessità naturale, dove, al contrario, la scelta in favore della legge morale(la scelta dell'autonomia) colloca l'uomo in un altro ordine di cose: l'ordine della libertà. Questa è una scoperta che l'uomo può attuare in se stesso solo nell'esperienza della vita morale".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.