Libertà religiosa, cibo adeguato, benessere animale e logica di mercato nella UE: un bilanciamento possibile.

In June 2022 the Parliament of the Brussels Region rejected a proposal for an ordinance aimed at banning the possibility of killing animals according to religious standards, as previously done by the Region of Wallonia and Flanders, similar to how some European countries have done. Subsequently, the European courts also ruled on the Belgian case. It is an opportunity to carry out a survey on which countries allow and do not allow ritual slaughter in Europe and the underlying reasons. Thus, a minimum common denominator arises between the countries that protect this confessional instance of some religious minorities, determined by market reasons. A new configuration of the principle of religious freedom is therefore emerging as the right to access adequate food in line with the confessional dictates of ritual slaughter, according to a particular declination aimed at the economic sustainability of producers and consumers in terms of food safety. Having explored the real concept of animal welfare and the implications with ritual slaughter, non-antagonistic concepts, an appropriate balance can be made between this “value”, the spiritual needs of believers, the expectations of consumers and producers of meat compliant with religious precepts, directed towards social inclusion and non-discrimination

Nel giugno 2022 il Parlamento della Regione di Bruxelles ha respinto una proposta di ordinanza volta a vietare la possibilità di macellazione rituale, come fatto in precedenza dalla Regione di Vallonia e Fiandre, analogamente a quanto statuito da alcuni Paesi europei. Successivamente, anche le Corti europee si sono pronunciate sul caso belga. Si è ritenuto così necessario un approfondimento del tema ed una ricognizione dei Paesi che consentono e quelli che non consentono la macellazione rituale in Europa e sulle motivazioni sottostanti. Si evidenzia un minimo comune denominatore tra gli Stati che proteggono le istanze confessionali di alcune minoranze religiose, determinato da ragioni di mercato. Emerge quindi una nuova configurazione del principio di libertà religiosa come diritto di accesso ad un’alimentazione adeguata in linea con i dettami confessionali della macellazione rituale, secondo una particolare declinazione volta alla sostenibilità economica di produttori e dei consumatori, in termini di sicurezza alimentare. Dopo aver approfondito in senso esegetico la reale portata della nozione di benessere animale e le sue implicazioni con la macellazione rituale, concetti non antagonisti, si può operare un bilanciamento tra questo “valore”, le esigenze spirituali dei credenti e le aspettative dei consumatori e dei produttori di carne conformi ai precetti religiosi, volto all’inclusione sociale e alla non discriminazione