distanza di quindici anni dalla sua entrata in vigore, ben poco è rimasto dell’impianto iniziale della legge 16 febbraio 2004 n. 40 in materia di procreazione medicalmente assistita. Il testo licenziato dal Parlamento si presentava, sin da subito, ideologicamente ispirato ed orientato, nonché privo di raccordi alla normativa italiana ed europea in materia. Il testo attuale si presenta decisamente diverso rispetto a quello originario, essendo venuto meno, ad opera di una lunga serie di coraggiosi interventi giurisprudenziali, l’impianto ideologico originario della legge, il quale, riconoscendo l’embrione come soggetto titolare di diritti, anteponeva il diritto del nascituro a quello della madre.
La legge 40/2004, tra pregiudizi ideologici ed elaborazione giurisprudenziale
Nicola Barbuzzi;Francesca Mite
2020-01-01
Abstract
distanza di quindici anni dalla sua entrata in vigore, ben poco è rimasto dell’impianto iniziale della legge 16 febbraio 2004 n. 40 in materia di procreazione medicalmente assistita. Il testo licenziato dal Parlamento si presentava, sin da subito, ideologicamente ispirato ed orientato, nonché privo di raccordi alla normativa italiana ed europea in materia. Il testo attuale si presenta decisamente diverso rispetto a quello originario, essendo venuto meno, ad opera di una lunga serie di coraggiosi interventi giurisprudenziali, l’impianto ideologico originario della legge, il quale, riconoscendo l’embrione come soggetto titolare di diritti, anteponeva il diritto del nascituro a quello della madre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
