Dopo secoli di riflessione filosofica e di discussioni pedagogiche, l’uomo non è ancora riuscito a trovare il modo di difendersi dall’angoscia della perdita. Si lascia affascinare dal mito dell’abbondanza, dalla frenesia dell’accumulazione, dal fascino della quantità, ma basta un evento traumatico o l’intervento fraudolento del predone per farlo cadere nel dramma e nello sconforto. Se poi dall’angoscia passa alla disperazione, non gli resta che sperare, come dicono i versi di Domenico Modugno, in un angelo vestito da passante. Persino oggi, nella stagione in cui a tutti è permesso di raggiungere i più grandi giacimenti di notizie, capita di dover sperimentare il disagio di chi non sa come cavarsela e di rimanere imprigionati nella solitudine e nella disperazione. Forse non si è accorto, l’uomo d’oggi, di aver affidato la sua sicurezza alle cose, ai beni materiali, allo splendore delle luci e dei colori, trascurando l’incanto della persona, lo stupore dell’incontro, la gioia del dialogo. Questo saggio contrappone al mito dell’abbondanza e alle suggestioni della ricchezza, il sentimento dell’opulenza che nasce dalla soddisfazione interiore d’aver compiuto (bene) il proprio lavoro, d’aver trovato spazio per l’incontro con l’altro, d’aver sperimentato la soddisfazione di conoscere quanto sia meraviglioso il mondo che abitiamo e l’universo che ci circonda. Si tratta di orientare diversamente la bussola d’esistenza e il timone della navicella dell’educazione.

Un angelo vestito da passante. Dove va l'educazione del terzo millennio

Martiniello L;
2016-01-01

Abstract

Dopo secoli di riflessione filosofica e di discussioni pedagogiche, l’uomo non è ancora riuscito a trovare il modo di difendersi dall’angoscia della perdita. Si lascia affascinare dal mito dell’abbondanza, dalla frenesia dell’accumulazione, dal fascino della quantità, ma basta un evento traumatico o l’intervento fraudolento del predone per farlo cadere nel dramma e nello sconforto. Se poi dall’angoscia passa alla disperazione, non gli resta che sperare, come dicono i versi di Domenico Modugno, in un angelo vestito da passante. Persino oggi, nella stagione in cui a tutti è permesso di raggiungere i più grandi giacimenti di notizie, capita di dover sperimentare il disagio di chi non sa come cavarsela e di rimanere imprigionati nella solitudine e nella disperazione. Forse non si è accorto, l’uomo d’oggi, di aver affidato la sua sicurezza alle cose, ai beni materiali, allo splendore delle luci e dei colori, trascurando l’incanto della persona, lo stupore dell’incontro, la gioia del dialogo. Questo saggio contrappone al mito dell’abbondanza e alle suggestioni della ricchezza, il sentimento dell’opulenza che nasce dalla soddisfazione interiore d’aver compiuto (bene) il proprio lavoro, d’aver trovato spazio per l’incontro con l’altro, d’aver sperimentato la soddisfazione di conoscere quanto sia meraviglioso il mondo che abitiamo e l’universo che ci circonda. Si tratta di orientare diversamente la bussola d’esistenza e il timone della navicella dell’educazione.
2016
educazione
internet
comportamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12607/6031
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