È opinione diffusa supporre che nella seconda metà della sua vita Jacques Derrida abbia aperto il proprio orizzonte di pensiero a questioni etico-politiche. Ciononostante può essere rilevato un fil rouge che taglia trasversalmente gran parte della sua produzione e che si concentra attorno ai due concetti di Linguaggio e Alterità. A partire dalla celebre proposizione secondo la quale «il n’y a pas des “hors-texte”», questo contributo mira a mostrare come la pratica tipicamente derridiana della disseminazione conduca di fatto alla dissoluzione dell’idea di identità personale, tanto quanto ad un rafforzamento della necessità dell’Altro da sé.
Un altro nome dell'impossibile. Alterità e linguaggio in alcuni luoghi di Jacques Derrida
CAPODIVACCA S
2006-01-01
Abstract
È opinione diffusa supporre che nella seconda metà della sua vita Jacques Derrida abbia aperto il proprio orizzonte di pensiero a questioni etico-politiche. Ciononostante può essere rilevato un fil rouge che taglia trasversalmente gran parte della sua produzione e che si concentra attorno ai due concetti di Linguaggio e Alterità. A partire dalla celebre proposizione secondo la quale «il n’y a pas des “hors-texte”», questo contributo mira a mostrare come la pratica tipicamente derridiana della disseminazione conduca di fatto alla dissoluzione dell’idea di identità personale, tanto quanto ad un rafforzamento della necessità dell’Altro da sé.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
