Dopo la fine della Golden Age e la crisi del modello fordista-keynesiano, in Italia un nuovo paradigma produttivo maturò su una struttura produttiva snella e su una forma dimensionale d’impresa, piccola e media, tali da permettere maggiore dinamismo in funzione di una ripresa economica stabile. Non accantonando mai del tutto la struttura dimensionale chandleriana nella sua declinazione italiana, che mostrava ancora la sua capacità produttiva anche grazie a mirate strategie contabili, specie in abiti produttivi legati al settore pubblico, dagli anni Settanta l’economia italiana sembrava essere trainata dalle piccole e medie imprese, prima adombrate dal big business, ma sempre esistite nel tessuto produttivo nazionale. L’emersione della laboriosità e della dinamicità delle aziende con meno addetti nel panorama produttivo nazionale avvenne sia per fattori di matrice internazionale, sia per elementi endogeni, quali le rivendicazioni sindacali e la deformazione del rapporto tra Stato e imprese. Inoltre, il modello aziendale della Terza Italia sembrava rispondere meglio alle nuove sfide tecnologiche e alle necessità scaturenti da una fase di recessione globale.
Dal Big Business alla Terza Italia. Strategie organizzative e contabili dell’impresa pubblica e privata
CRINGOLI G.
;
2023-01-01
Abstract
Dopo la fine della Golden Age e la crisi del modello fordista-keynesiano, in Italia un nuovo paradigma produttivo maturò su una struttura produttiva snella e su una forma dimensionale d’impresa, piccola e media, tali da permettere maggiore dinamismo in funzione di una ripresa economica stabile. Non accantonando mai del tutto la struttura dimensionale chandleriana nella sua declinazione italiana, che mostrava ancora la sua capacità produttiva anche grazie a mirate strategie contabili, specie in abiti produttivi legati al settore pubblico, dagli anni Settanta l’economia italiana sembrava essere trainata dalle piccole e medie imprese, prima adombrate dal big business, ma sempre esistite nel tessuto produttivo nazionale. L’emersione della laboriosità e della dinamicità delle aziende con meno addetti nel panorama produttivo nazionale avvenne sia per fattori di matrice internazionale, sia per elementi endogeni, quali le rivendicazioni sindacali e la deformazione del rapporto tra Stato e imprese. Inoltre, il modello aziendale della Terza Italia sembrava rispondere meglio alle nuove sfide tecnologiche e alle necessità scaturenti da una fase di recessione globale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.